Siria, è escalation: raid israeliano sugli iraniani, Netanyahu vola a Mosca
Almeno nove soldati dell’esercito regolare siriano sarebbero rimasti uccisi e molti altri feriti nell’attacco missilistico israeliano che nella notte ha colpito un’area a sud della capitale siriana Damasco. Stanotte israele ha lanciato un’offensiva sulle postazioni iraniane in Siria. Due giorni fa Gerusalemme aveva schierato i lanciamissili sulle Alture del Golan, dove ha inoltre approntato rifugi antiaerei in vista, evidentemente, di un conflitto di più ampie proporzioni. Non è chiaro se si tratti di combattenti dei Guardiani della Rivoluzione o miliziani filo-iraniani. L’attacco ha colpito un deposito di armi e lanciamissili nella zona di al-Kiswah, circa 15 km a sud di Damasco. L’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, citando fonti mediche, ha riferito dell’uccisione di due civili. Secondo fonti dell’opposizione, aggiunge la Dpa, l’attacco avrebbe colpito anche un convoglio di forze filo-Assad lungo l’autostrada che collega Damasco a Daraa. La stessa Sana ha riferito di due missili israeliani abbattuti dalla difesa antiaerea prima che raggiungessero gli obiettivi nella regione di al-Kiswah. Tuttavia, stando alle fonti dell’opposizione siriana, i missili hanno invece colpito postazioni delle forze iraniane ad al-Kiswah. Abitanti di Damasco hanno confermato alla Dpa di aver udito due forti esplosioni a sud della capitale, mentre altri hanno riferito di ambulanze dirette da al-Kiswah verso un ospedale alla periferia della città.
Il ministro israeliano dei Trasporti e l’Intelligence, Yisrael Katz, ha fatto capire, senza ammetterlo apertamente, la responsabilità del suo governo nel raid della scorsa notte in Siria. L’Iran, ha detto in un’intervista al sito Ynet, “ha minacciato, sia pubblicamente che attraverso messaggeri, di colpire Israele. Prendiamo tutto ciò molto sul serio. Difendiamo soldati e civili con l’intelligence e tutte le nostre capacità di individuare e prevenire gli attacchi”. “Oggi, solo i raid – ha aggiunto – possono prevenire le violenze e la guerra di domani. Gli iraniani non capiscono un altro linguaggio”. Le dichiarazioni di Katz giungono dopo le notizie del raid della scorsa notte in Siria, successivo alla decisione americana di denunciare l’accordo nucleare con l’Iran. Secondo i media siriani è stata colpita la base di al-Kiswah a sud di Damasco dove sarebbero dispiegati missili iraniani. La strategia del governo, ha sottolineato Katz, “è prevenire la guerra”. “Non vogliamo conquistare la Siria – ha aggiunto – vogliamo che gli iraniani siano costretti a prendere la decisione di ritirarsi strategicamente dalla Siria”. La linea rossa d’Israele è di “prevenire lo stabilimento di una presenza iraniana in Siria, che ci metterebbe in pericolo”, ha spiegato Katz. E infatti lo scontro fra Israele e Iran sulla presenza militare di Teheran in Siria è l’argomento centrale della missione del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu oggi a Mosca, dove è previsto un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. “Gli incontri fra noi sono sempre importanti e questo lo è specialmente. Alla luce di quanto avviene in Siria, è necessario assicurare il coordinamento fra i militari russi e le Forze di difesa israeliane”, ha detto Netanyahu, prima di partire per Mosca. Il viaggio avviene all’indomani dell’annuncio dell’uscita degli Stati Uniti dall’accordo nucleare con l’Iran. Israele e Russia mantengono stretti rapporti e hanno stabilito un coordinamento per evitare incidenti militari fra loro in Siria. Israele ha chiarito più volte che non intende permettere il radicamento militare in Siria di forze dell’Iran, che assieme alla Russia sostiene il regime di Damasco nella guerra civile in Siria.
quale sarebbe la reaz
quale sarebbe la reazione se azioni del genere,leggi bombardamenti…,sarebbero fatti a loro…due pesi e due misuri e tanto vile silenzio…