Roma, il consigliere grillino si sposta in taxi e chiede 2400 euro di rimborsi

13 Mag 2018 17:38 - di Fortunata Cerri

È bufera sul consigliere grillino a Roma. Paolo Ferrara, capogruppo M5S in Campidoglio è stato duramente attaccato nelle chat dai suoi stessi compagni di partito. Secondo quanto scrive l’Agenzia Dire, è finito nel mirino dei colleghi grillini per un eccesso di rimborsi spese per i taxi chiesti al Campidoglio. A far scatenare la chat grillina, di cui l’Agenzia Dire ha avuto accesso ai messaggi, è la rendicontazione dei rimborsi spese per gli spostamenti richiesti all’Assemblea Capitolina.  Il suo dato parla di circa 400 euro al mese di rimborsi, con una spesa di 2.438 euro nel secondo semestre 2017 a fronte della spesa totale di 8.312 euro di tutti i 48 consiglieri dell’Assemblea capitolina.

Bufera sul consigliere grillino

Molti eletti si sono lamentati di questa situazione. Roberta Della Casa (IV Municipio) ha scritto sulla chat dei portavoce romani: «Il taxi lo pago sì. Ma di tasca mia». «Io non ho mai usato la macchina che spetta al presidente e mi muovo sempre con lo scooter, quando posso con la metro, per tutti gli incontri nei vari dipartimenti, in campidoglio o con i cittadini», si è lamentato invece Alfredo Campagna, presidente del XIV municipio. Duro Dario D’Innocenti, presidente del IX Municipio: «Non ho mai messo piede sulla macchina di servizio, che ho messo a disposizione dei tecnici per fare i sopralluoghi, per i miei spostamenti uso la mia personale. Non ho preso il telefonino di servizio e diverse volte ho acquistato i sacchetti di asfalto a freddo per tappare le buche». Al vetriolo Gemma Guerrini, consigliera capitolina e quindi compagna di gruppo di Ferrara: «In un semestre 2.767 euro di spese taxi del M5s, di cui 2.438 intestate al capogruppo Ferrara. Sulle ricevute devono essere scritti percorsi e orari. Ho chiesto più volte (per iscritto) al capogruppo il rendiconto delle spese. Mi ha sempre risposto (per iscritto) che non poteva inviarmi nulla per motivi di segretezza istituzionale (“privacy”) e che sarei dovuta andare a controllare di persona in ufficio. Siccome non faccio il finanziare, io a controllare negli uffici non ci vado. Ma vorrei ricordare – conclude la consigliera – che avremmo dovuto dare noi ai media il nostro resoconto semestrale».

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