Meloni: «Facciamo nascere la Terza Repubblica. Con il presidenzialismo»
Dare vita, davvero, alla «Terza Repubblica». Non per via «contrattuale», ma «per via della più intensa, profonda e rivoluzionaria riforma costituzionale che la nazione attende da decine di anni: il presidenzialismo». Giorgia Meloni spiega così, in una lunga lettera al Foglio, l’obiettivo della campagna #LoScelgoIO, con cui Fratelli d’Italia, nel fine settimana che viene, quello del 2 e del 3 giugno, chiede agli italiani di firmare la proposta del partito per la riforma presidenzialista della Costituzione.
«È una battaglia drammaticamente urgente, rivoluzionaria e che guarda al futuro della nazione, ma anche che arriva dalla tradizione della destra italiana e, per questo, leggendo le aperture di altri movimenti al presidenzialismo, mi sarà permesso parafrasare un grande italiano, Giorgio Almirante, che ci insegnava che dobbiamo sempre gioire quando le nostre verità fioriscono anche sulle bocche altrui», aggiunge Meloni, invitando i cittadini ai gazebo del partito che saranno allestiti in tutta Italia. «Da questo fine settimana – sottolinea – gettiamo i semi per la Terza Repubblica, che deve nascere da un patto con il popolo italiano».
Meloni parte dall’attualità, dalla «palude in cui è sprofondata l’Italia in questi giorni», per rilanciare un tema che non solo, come ricordato, è da sempre presente nella cultura politica della destra italiana, ma che lo stesso FdI nell’aprile del 2013 ha posto all’attenzione del Parlamento, come proposta di legge e «come via di uscita ai tristi balletti parlamentari nella formazione dei governi, ai quotidiani riti trasformistici delle maggioranze parlamentari ondivaghe e alla strutturale debolezza di una democrazia lenta e avvitata su sé stessa». «Quanto ha pagato l’Italia le indecisioni, i tentennamenti, la mancanza di assunzione di responsabilità? Quanto sta pagando la nazione i riti e i balletti di questa crisi infinita, ove il Presidente della Repubblica, necessariamente confinato al ruolo, poco influente, di notaio delle volontà altrui, ha agito, con esiti disastrosi, fingendo di possedere una legittimazione popolare che non ha?», chiede Meloni, ricordando che «il presidenzialismo consentirebbe agli italiani di sapere un minuto dopo le elezioni chi governa l’Italia e come la governerà». Non solo: «Il presidenzialismo, collante dell’unità nazionale, consentirebbe alla nostra nazione di discutere serenamente dell’articolazione dei poteri decentrati, senza che si possano temere spinte centrifughe. In altri termini – prosegue la leader di FdI – il presidenzialismo, con la sua garanzia dell’indissolubilità dell’unità nazionale, consentirebbe di aprire ad avanzati esperimenti di federalismo».
Meloni torna quindi sulle aspettative disilluse di questi mesi rispetto alle prospettive di rinnovamento della politica e sullo «lo spettacolo ben poco edificante» di questi giorni, in cui si è vista «una politica incapace di dare risposte di governo al popolo e di dignità nazionale ad attori interazionali che intervengono a sproposito sulla situazione italiana (complice anche una legge elettorale che, in splendida ma convinta solitudine nel centrodestra, solo Fratelli d’Italia non ha votato)». E avverte: tutto questo «ci induce a ritenere che proprio dalla riforma presidenziale della Repubblica debba ripartire un movimento di patrioti». I “contratti”, sottolinea ancora Meloni, anche «a prescindere dalle migliori intenzioni dei contraenti», non possono rappresentare una risposta, perché «in politica le rivoluzioni nascono da esigenze evidenti che si impongono per la loro forza e che poi vengono suggellate non da contratti, ma da patti politici con gli elettori». Quindi, «tramortita la nascita della Terza Repubblica pervia contrattuale», non resta che lanciare la «la nascita della Terza Repubblica per via della più intensa, profonda e rivoluzionaria riforma costituzionale che la nazione attende da decine di anni: il presidenzialismo». Una «battaglia politica», conclude Meloni, che, oltre a tutte le ragioni già elencate, ha anche un altro obiettivo: «Una democrazia che rispetta quello che significativamente è il primo articolo della nostra Costituzione: “La sovranità appartiene al popolo”, che elegge direttamente il capo dello per la Terza Repubblica, che deve nascere stato».