Marx due secoli dopo: trascurato a sinistra, potrebbe essere riscoperto a destra

5 Mag 2018 20:01 - di Redattore 54

Karl Marx nasceva duecento anni fa, il 5 maggio 1818, a Treviri. Se la politica italiana non fosse interamente assorbita dalle polemiche sui social, questo bicentenario avrebbe potuto fornire occasione utile per una “riscoperta”. Ma riscoprire cosa, esattamente? Bè, il Marx depurato dalle interpretazioni che condussero al totalitarismo comunista. Il Marx che mette al centro del suo pensiero lo sfruttamento del lavoro e che ci obbliga a pensare al capitalismo anche come problema e non solo come unica prospettiva della storia. Un compito che dovrebbe spettare alla sinistra, se la sinistra non avesse spostato il suo asse ideologico sulla difesa dei diritti delle minoranze dimenticando il disagio delle maggioranze. Potrebbe provarci allora la destra e non sarebbe operazione così eretica come a prima vista potrebbe sembrare: da Marx infatti partì anche Giovanni Gentile, pubblicando nel 1899 il libro La filosofia di Marx, apprezzato da Lenin, cui si deve l’interpretazione del filosofo di Treviri come “filosofo della prassi”.

La storiografia marxista

Ma non basta: nell’ormai lontano 1992 fece scalpore l’affermazione di Rosario Villari, uno dei protagonisti della cultura comunista del dopoguerra, secondo il quale la storiografia marxista in Italia è stata poco più di un’etichetta mentre furono storici e pensatori non comunisti come Benedetto Croce e Gioacchino Volpe a utilizzare al meglio Marx. In particolare Volpe  si attenne nei suoi studi alla regola di non separare la storia politica dalla storia sociale. Esiste allora un Marx nascosto, trascurato, diverso da quello solitamente accostato a una vulgata politica usurata, che è quello più utile oggi per capire i problemi del presente. Su questo punto insisteva non a caso in un libro apparso un anno fa Bruno Pinchard, parlando di un “Marx a rovescio” (Marx a rovescio, Mimesis).

Il Marx nascosto di Pinchard

Ma con quale approccio ci si può accostare a Marx? Egli è certamente il «seduttore dei giorni di crisi»: è il primo stadio che ci conduce a vedere nel Capitale il libro che denuncia i vizi del sistema che sentiamo come ostile o oppressore. Ma c’è anche il Marx incardinato nella storia del pensiero filosofico occidentale. Non un filosofo che rompe con chi lo ha preceduto, ma un pensatore che integra e trasforma le filosofie anteriori al Capitale. Marx è aristotelico per quanto concerne l’idea di praxis, è colui che più di altri sfida e supera Hegel, è anche colui che riprende da Vico l’imperativo di guardare al vero come fatto storico e non come fatto contemplativo. Ancora «in relazione all’oro e alla moneta, al feticismo della merce e all’impersonalità del capitale, Marx ritrova quelle prospettive eredi delle forme simboliche che guidano Shakespeare o Rabelais quando si tratta dell’oro». Ecco allora che secondo Pinchard «tutte le sfere della fantasmagoria dell’Occidente sono coinvolte in una lettura matura di Marx». Persino i grandi del Rinascimento affiorano tra quelle pagine: «Seguendo l’esempio di Leonardo da Vinci che dipinge vortici e disegna rocce per trovare la legge del mondo, Marx predice la morfologia degli scambi sociali nella vita della materia».

La forza rivoluzionaria del Capitale

Se ci fermassimo a questo, resteremmo in ogni caso lontani dalla comprensione della forza rivoluzionaria di un’opera come Il Capitale. Ciò che la caratterizza, infatti, è la sua capacità di pensare il capitale come struttura totale, come sostanza che non ha altra causa e altro fine al di fuori di se stessa e che per queste sue peculiarità appare come il nuovo Dio dell’Occidente, al punto che Pinchard può parlare del libro come di un libro teologico e mitologico – oltre la dimensione della scienza economica – che per importanza sostituisce la Bibbia, che diviene di fatto la Bibbia del proletariato, e che non è privo di un’atmosfera mistica nel momento in cui Marx ci fa balenare dinanzi la prospettiva della catastrofe.

Marx come fondamento del comunitarismo

Di Marx come autore indispensabile dinanzi all’attuale forza regressiva del capitalismo, sul piano della distruzione ambientale e su quello dell’insoddisfazione dei bisogni, aveva già parlato Costanzo Preve, proponendone un recupero come pensatore capace di fondare un comunitarismo alternativo all’attuale individualismo atomistico. Secondo Preve, dunque, con Marx era possibile tornare a dare senso alle relazioni tra gli uomini. Di certo la ricchezza della sua opera si presta non solo a molteplici interpretazioni, ma anche a molteplici utilizzi, purché non si sfruttino ancora una volta le sue intuizioni per imbellettare ideologie già sconfitte dalla storia e ormai improponibili.

Sono dunque le pagine marxiane, più che quelle marxiste, a tornare utili per ennesime prese di coscienza dinanzi ad un’attualità che sfugge ad ogni tentativo di sistematizzazione.  Presa di coscienza, allora, che è anche cammino verso una nuova identità, come singoli e come insieme di uomini e donne. Conoscenza, identità, consapevolezza. Non al servizio di un astratto classismo ma al servizio delle persone. Non potrebbe esserci riscatto migliore per un filosofo lordato dalla bruttezza del totalitarismo comunista.

Commenti

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  • piero vassallo 29 Maggio 2018

    ho conosciuto Annalisa Terranova in un convegno di studi ed ho apprezzato la sua acuta intelligenza. anche Francisco Elias de Tejada ha apprezzato questa acuta e brillante saggista. La sua proposta di rileggere Marx è un segno della vitalità della cultura di destra

  • Cristian Giovanni Bilardo 10 Maggio 2018

    La\Le ( vera\e ) Destra\Destre ( che ormai riecheggia\no soltanto per mezzo nell’iniziativa di alcuni movimenti ) sul pensiero di Marx potrebbe\ro soltanto riprendere e rielaborare la critica sul sistema economico. Dico rielaborare perché il capitalismo ormai si è evoluto ( e se n’era già accorto Lenin parlando di ” imperialismo ” ), ma l’essenza rimane sempre quella. E dico che si può riprendere soltanto la critica al capitalismo perché le soluzioni sono incompatibili con il sistema di valori e i pensieri dei veri uomini delle Destra. Innanzitutto nessun uomo di destra potrebbe mai accettare lo scioglimento degli Stati-Nazione soltanto perché il capitalismo ha omologato le classi operaie degli stati capitalisti ( concetto ben spiegato nel ” Manifesto del partito comunista ” ); inoltre vi sono critiche più specifiche come quella di Julus Evola che punta sulla distinzione tra ” lavoro e azione ” ( mentre i marxisti non fanno distinzione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale ) ecc.
    Generalizzando potremmo dire che in un ” continuum ” sinistra-destra, al centro si posizionano coloro che sono a favore del capitalismo ( i centri di destra ) o che si limitano a riformarlo ( i centristi di sinistra ) e man mano che ci allontaniamo dal centro aumentano gradualmente le critiche al sistema economico in vigore.

  • giovanni vuolo 7 Maggio 2018

    Sarebbe vano tentativo, perché il vero problema della sinistra è di demolire ogni forma di equilibrio democratico, per spostare la bilancia verso un regime di odio sociale, che sfocia sempre nelle forme più abominevoli di totalitarismo.Marx è solo un pretesto. Morto un papa, se ne farebbe subito un altro.

  • sergio 7 Maggio 2018

    Marx oltre ad essere ebreo, fu contro la religione che definì ‘oppio dei popoli’ e segretamente fu anche satanista. Meglio lasciarlo perdere.

  • Angela 6 Maggio 2018

    Di sicuro non amerebbe questa UE !!!

  • paleolibertario 6 Maggio 2018

    Ma per carità… sono proprio le categorie marxiste che hanno contraddetto fattualmente Marx. Lui stesso oggi direbbe: “ho sbagliato”.

  • dr. Pietro Benigni 6 Maggio 2018

    Prima che filosofo fu un economista matematico e dimostrò con i numeri i pericoli enormi del sottoconsumo che altro non é che il crollo della domanda interna, crollo che il PD e tutta la sinistra italiana hnno favorito con abolizione dell’art 18, lavoretti con voucher ecc. ecc. Hanno dimenticato Marx o lo hanno studiato poco e male e adesso ne pagano le conseguenze.

  • vittorio 6 Maggio 2018

    la sinistra, oggi tutta immersa nella classe degli intellettualoidi “al caviale”, è marxista nella parte dell’assunto “a ciascuno secondo i propri diritti” , (spesso anche senza la prima i); ricomporre il pensiero di marx anche della seconda pare del suo assunto “da ciascuno secondo le proprie capacità” (ma anche con il termine “doveri” al posto di “capacità”) può essere un ottimo sistema di ricostruire una società più “liberale” e “libera” soprattutto dalla sinistra al caviale. vittorio

  • Aldo Barbaro 6 Maggio 2018

    Sono dello stesso avviso di Alessandro Ballicu che ha sintetizzato il “vero Msrx

  • Mario Salvatore MANCA di VILLAHERMOSA 6 Maggio 2018

    Come dire che gli estremi si toccano: molti secoli prima, due fratelli, Tiberio e Caio Gracco, per attuare quella politica da lui vagheggiata, ci rimisero la pelle. Non voglio fare commenti.
    Mario Salvatore Manca

  • alessandro ballicu 5 Maggio 2018

    certo era contro la plutocrazia, oggi sarebbe contro la ue e contro l’euro, del resto mussolini nasce socialista e durante il ventennio istituisce la previdenza sociale, l’iri e difende i lavoratori piu di quanto abbia fatto il pd, la repubblica sociale è una forma di socialismo ancorchè non marxista, marx è più vicino al nazifascismo che non al liberalismo, basti pensare al patto hitler stalin…