L’Apocalisse secondo Bill Gates: “Rischiamo una pandemia da 30 milioni di morti”

2 Mag 2018 19:55 - di Redazione

Quanto anticipato da Bill Gates assomiglia alla trama di un brutto film di fantascienza. Una pandemia da 30 milioni di morti in tutto il pianeta. Il fondatore di Windows da tempo è impegnato in quella che sembra una crociata dai toni inutilmente allarmistici. Quanto anticipato da Bill Gates in una serie di interventi, assomiglia infatti alla trama di un brutto film di fantascienza. Una minaccia paragonabile alla Spagnola che nel 1918 uccise 33 milioni di persone in tutto il mondo.

Bill Gates chiede un impegno da parte dei governi

«Guardando i thriller di Hollywood, penseresti che il mondo sia abbastanza preparato per proteggere la popolazione da microrganismi mortali», ha detto Gates al Washington Post. «Nel mondo reale, però, l’infrastruttura sanitaria che abbiamo in tempi normali si rompe molto rapidamente durante i primi focolai di malattie infettive. Questo è particolarmente vero per quanto riguarda i Paesi poveri. Ma anche negli Stati Uniti la nostra risposta a una pandemia o un attacco di bio-terrorismo sarebbe insufficiente». 

Terroristi o virus casuale? Lo scenario apocalittico

Il miliardario americano ha reiterato l’allarme a un incontro organizzato dal New England Journal of Medicine. Durante il suo intervento Gates ha presentato una proiezione dell’Institute for Disease Modeling di Washington secondo cui un eventuale nuovo virus influenzale pandemico come quello del 1918 causerebbe appunto almeno 33 milioni di morti nei primi sei mesi, con tanto di simulazione dell’andamento.

Come la Spagnola cento anni dopo

La culla più probabile sarà l’Asia, ma secondo la simulazione basterebbero pochi giorni per avere casi in tutto il mondo.    Lo scenario, ha precisato Gates, è verosimile entro i prossimi dieci anni, e non necessariamente riguarda un virus influenzale. La probabilità che una malattia del genere appaia continua a salire, ha sottolineato il magnate. Nuovi patogeni, come il recente virus Mers o la Sars, emergono spesso con l’aumento della popolazione che erode gli ambienti ancora selvaggi. Inoltre sta diventando sempre più facile per singoli individui o piccoli gruppi creare armi batteriologiche che si possono diffondere per il mondo. «Un piccolo gruppo potrebbe costruire una forma ancora più letale di vaiolo in laboratorio.  E in un mondo interconnesso le persone prendono spesso l’aereo, saltando da un continente all’altro nell’arco di poche ore». Eppure, nonostante gli allarmi, ha sottolineato il fondatore di Microsoft, il mondo non sembra preoccupato. «Se qualcuno dicesse ai governanti mondiali che sono in costruzione armi che potrebbero uccidere 30 milioni di persone ci sarebbe un senso di urgenza nel prepararsi per la minaccia – ha affermato Gates, citato dal Washington Post -. In caso di pericolo biologico invece questo senso d’urgenza non c’è. Il mondo deve prepararsi a questa eventualità come si prepara per la guerra».

 

Commenti

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  • Laura Prosperini 3 Maggio 2018

    anche la medicina è serva della finanza i proprietari della medicina del mondo sono le stesse poche famiglie proprietarie delle banche forse così si riesce a capire meglio cosa ci faceva Bill Gates ad un convegno di medici…

  • 3 Maggio 2018

    prove tecniche di sperimentazione pandemie…..i film dicono la verità “sempre”

  • silvia 2 Maggio 2018

    POsso fare una domanda che probabilmente non avrà nessuna risposta??? la faccio lo stesso…. cosa ci faceva Bill Gates che tutto è tranne che medico ad un convegno di medici?? perchè è stato invitato a parlare di una possibile pandemia??? su quali basi???

    • Giancarlo Pallavicini 3 Maggio 2018

      Non mi scandalizza la mancanza di titolo per partecipare e intervenire ad un convegno, ancorché specialistico, essendo affidato a ciascuno dei partecipanti di valutare ciò che viene detto, tenendo ovviamente conto del livello di specifica competenza di ogni relatore. Peraltro, Bill Gates si è fatto portatore del pensiero di un’Istituzione specializzata nel valutare possibili sviluppi futuri. Ma anche a prescindere da ciò, è bene che da più parti si intervenga in una visione, anzitutto intedisciplinare,
      ma anche portatrice del pensiero dei non addetti, fosse pure il pensiero dell’uomo comune, come
      nel mio caso.

      • fracazzo@tin.it 4 Maggio 2018

        pallavicini lascia perdere