La protesta dei poliziotti di Milano: siamo in grandissima sofferenza
“La questura di Milano vive una carenza cronica di personale, di mezzi e di equipaggiamenti, nonostante gli sforzi dell’amministrazione”. Sono queste le priorità del Movimento sindacale autonomo di polizia, che ha nominato l’assistente capo coordinatore Davide Zini, già sindacalista del Sap, provinciale di Milano del Mosap. ”I commissariati e gli uffici sono in sofferenza e spesso il personale, per l’amore verso la Polizia di Stato, lavora oltre l’orario di servizio – fa notare la segreteria provinciale del sindacato – In queste condizioni si intendono contrastare la malavita e, soprattutto, la minaccia del terrorismo?”. ”Zini vanta una lunga esperienza nella Polizia e nel mondo sindacale – è il commento di Fabio Conestà, segretario generale del Mosap -. È la persona giusta per interpretare i valori fondanti del Mosap: rimettere al centro la figura del poliziotto. La nostra professionalità ci ha permesso sin qui di ovviare alle gravissime lacune del comparto sicurezza: basti pensare che molti commissariati e uffici sono in condizioni vergognose, mancano la cancelleria e la carta igienica. Invece sugli agenti fuori sede, ad esempio, ricade persino la non pulizia degli alloggi”. “Non bastasse questo – ha sottolineato Conestà – i poliziotti operano senza una formazione adeguata, a partire dal tiro operativo alla luce dei possibili attentati del terrorismo internazionale, ma ci sono altre questioni irrisolte: il contratto e il riordino delle carriere. Un quadro, quello della sicurezza, che è assai preoccupante nel quale lavorano con dedizione i poliziotti, che fermarono la fuga del terrorista Anis Amri nel Milanese, i quali possono vantare lo stipendio più basso tra le forze di polizia europee. Sin qui la politica è stata silente, auspichiamo quindi un immediato cambio di rotta e il prossimo governo metta al centro dell’agenda la sicurezza e le problematiche di chi indossa una divisa”, conclude il numero uno del Mosap.
solidarietà alle forze dell’ordine a cui servono più investimenti, più mezzi, stipendi degni e, soprattutto, leggi che gli consentano l’uso delle armi e tutela legale.