“Italiani scrocconi”, cittadino querela Der Spiegel: «Un euro a ogni italiano»

30 Mag 2018 14:24 - di Redazione

Tra le ricadute di questa crisi istituzionale si colloca l’azione personale e curiosa nella sua originalità di un cittadino italiano residente nel Trevigiano che non ci sta – a nome di tanti italiani – di sentirsi dare del pezzente e dello scroccone dai tedeschi. Così ha incaricato il suo legale di procedere contro il giornale tedesco Der Spiegel che ha pubblicato l’articolo incriminato, su cui tra le altre cose è sato scritto: «Come si dovrebbe definire il comportamento di una nazione che prima chiede qualcosa per lasciarsi finanziare il suo proverbiale ‘dolce far niente’ e poi minaccia coloro che dovrebbero pagare se questi insistono sul regolamento dei debiti? Chiedere l’elemosina sarebbe un concetto sbagliato. I mendicanti almeno dicono grazie, quando gli si dà qualcosa”.  Il cittadino italiano autore dell’iniziativa ha querelato la testata. Quale potrebbeessere il risarcimento? La cifra che verrà chiesta sarà di un euro per ogni cittadino italiano, cifra che «sarà devoluta a quelle famiglie che in questa crisi hanno perso tutto», ha spiegato il legale, l’avvocato Andrea Codognotto, al Gazzettino.

Spiega l’avvocato di avere accettato l’insolita azione legale del cliente «perché condivido totalmente il suo pensiero. Perché quanto riportato in quell’articolo è offensivo nei confronti di tutti gli italiani. Ma come si permette di darci degli scrocconi, dei mendicanti, di persone che non hanno voglia di lavorare? È come se io dicessi che tutti i tedeschi sono nazisti. Ovvio che non lo farei mai, prima di tutto perché non lo penso e non lo credo, poi appunto perché non si può generalizzare. Qui entra in campo pure la deontologia professionale, che non è stata rispettata. Come si può dare dello scroccone o del mendicante a quelle centinaia di famiglie che hanno vissuto la crisi sulla loro pelle? Con uomini e donne che si sono ritrovati senza lavoro e si sono dovuti ingegnare per riuscire a mandare avanti la famiglia?».

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