La Farnesina finanzia un “corso di diritti umani per i giudici sudanesi”
Veramente questo governo non cessa mai di stupirci: apprendiamo che si è concluso a Khartoum, capitale del Sudan, uno degli Stati meno democratici del mondo, con la cerimonia di consegna dei certificati, un workshop di cinque giorni sui diritti umani per giudici, pubblici ministeri ed operatori nel diritto sudanesi, finanziato dal ministero degli Esteri italiano e condotto a dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa , con la collaborazione delle autorità sudanesi e del think tank Peace Research Institute dell’Università di Khartoum. Oltre 20 i partecipanti, scelti dalle autorità di Khartoum tra giudici civili, penali, militari, della corte suprema, consulenti in tema di diritti umani del ministero degli Esteri sudanese e consulenti di organi securitari. Come riferisce persino con un certo orgoglio una nota della Farnesina, “grande apprezzamento sudanese è stato manifestato per la strutturazione del corso da parte della Sant’Anna di Pisa, che ha spaziato dai meccanismi di protezione per i diritti umani a livello internazionale, Ue e Unione Africana, allo stato dell’arte in tema di meccanismi procedurali per la protezione delle libertà fondamentali in Sudan: una preparazione solida, mirata alla stimolazione di dibattiti sostenuti su tematiche prioritarie (tra cui la moratoria alla pena di morte) e sullo stato delle ratifiche sudanesi di alcune convenzioni internazionali relative ai diritti umani”. Secondo l’Ambasciatore italiano a Khartoum, Fabrizio Lobasso, ”si conferma l’eccellente rapporto istituzionale tra Italia e Sudan. I partecipanti al corso e le istituzioni sudanesi hanno risposto in modo entusiasta, a conferma del particolare momentum delle relazioni bilaterali ma anche della grande considerazione che in Sudan hanno gli accademici italiani”. Non è dato di sapere quanti soldi la Farnsina abbia sprecato per questa iniziativa non necessaria e quanto meno discutibilwe. Davvero non cìera un’altra maniera di spendere quei fondi?