I “duri” della Brexit in rivolta contro la May: nessun accordo con la Ue
Ora il governo di Theresa May rischia addirittura la sfiducia. A lanciare un vero e proprio “ultimatum” alla premier non sono i fedelissimi della Ue, ma è un gruppo di 60 deputati euroscettici del suo stesso Partito conservatore, che contestano l’ipotesi, favorita dalla May, di istituire dopo la Brexit una “partnership doganale” con l’Unione europea. Le argomentazioni dei brexiteer, capitanati da Jacob Rees Mogg, sono contenute in un documento di 30 pagine, consegnato alla May alla vigilia dell’importante riunione di governo dedicata alla Brexit. Per i deputati euroscettici la partnership doganale auspicata dalla premier equivarrebbe all’attuale adesione all’unione doganale europea, rendendo “impossibile” al Regno Unito siglare accordi commerciali con Paesi terzi. I presunti vantaggi dell’uscita dalla Ue in questo modo verrebbero vanificati, realizzando una Brexit “solo di nome”. Secondo quanto riporta la Bbc, tra i maggiori sostenitori della partnership doganale con la Ue figura il cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond. Una soluzione di questo tipo, nella quale verrebbe di fatto replicato l’attuale regime doganale Ue, potrebbe risolvere la questione del confine tra le due Irlande, scongiurando il ritorno delle barriere ai valichi di frontiera.
I agree with the people….forget Brussels the nightmare!!!!