Gli volevano staccare la spina, si svegliò dal coma. Ora va già a scuola
Si sveglia poco dopo che i genitori avevano autorizzato l’espianto dei suoi organi, e solo un giorno prima dell’interruzione dei supporti vitali e staccare la spina. Il caso di Trenton McKinley, un 13enne dell’Alabama che era rimasto vittima di un grave trauma cerebrale, ha commosso gli Stati Uniti. Il bambino era caduto da un rimorchio che si era capovolto e l’aveva colpito alla testa, provocando diverse fratture. L’incidente era avvenuto a marzo, ma nel corso del tempo e nonostante una serie di interventi chirurgici, le condizioni di Trenton si erano aggravate, tanto che i medici avevano detto ai genitori che il bambino non si sarebbe più ripreso, ma i suoi organi avrebbero potuto salvare cinque bimbi.
Gli volevano staccare la spina, la storia di Trenton
Così la mamma, Jennifer Reindl, ha spiegato alla Cbs News che avevano da poco deciso di autorizzare l’espianto proprio pensando di poter salvare gli altri bambini. «Il giorno dopo era in programma l’ultimo test cerebrale per la dichiarazione di morte, ma i suoi segni vitali sono migliorati, così il test è stato cancellato», ricorda la donna. Oggi il bambino parla e cammina, legge e fa i compiti di matematica, anche se dovrà sottoporsi ad altre operazioni per recuperare dal grave trauma. La famiglia, fa sapere la Bbc online, ha avviato una raccolta di fondi su Facebook per finanziare le spese mediche.
Spesso i medici certificano lo stato di «morte cerebrale», ovvero l’assenza di attività del cervello, provocata da un trauma che non ha danneggiato affatto il sistema circolatorio: il cuore batte e il sangue circola. La definizione di «morte cerebrale» è ambigua per molti e, comunque, indica una condizione diversa dalla morte per arresto cardiocircolatorio, che è l’unica irreversibile. C’è il rischio di fare confusione fra i due termini, con conseguenze pericolose e letali!