Fratelli d’Italia presenta una legge per “svecchiare” le istituzioni

13 Mag 2018 18:26 - di Redazione

Nel 18° anno del terzo millennio in Parlamento arriva un ddl a favore di chi entra ufficialmente nell’età adulta. Lo scopo della proposta firmata dall’intero gruppo di Fratelli d’Italia al Senato (analoga proposta è stata depositata a Montecitorio) è quella di uniformare finalmente i requisiti anagrafici per l’elettorato attivo e passivo di Camera, Senato e (con una proposta di legge ordinaria) Parlamento europeo.

Fratelli d’Italia vuole levare il requisito dei 50 anni per andare al Quirinale

Ma la novità maggiore riguarda il Quirinale, per il quale si chiede di abolire il requisito dei 50 anni per poter essere eletti Presidenti della Repubblica. I proponenti partono dal presupposto che le difficoltà delle giovani generazioni siano causate anche da «meccanismi che indeboliscono la possibilità dei giovani di offrire un’adeguata rappresentanza istitu­zionale alle proprie aspettative e ai propri interessi». L’idea, quindi, è di far sì che la loro voce «sia presente in tutte le politiche e in tutti i processi decisionali che le riguardano, senza privilegi di sorta, ma anche senza pre­giudizi di incapacità rispetto alle altre gene­razioni». Insomma, largo ai “millennials” anche nell’esercizio dei diritti politici. Stop paternalismo e sufficienza verso i presunti ‘bamboccioni’, e verso coloro che al compimento della maggiore età devono poter votare -e, con limiti molto meno stringenti degli attuali- essere votati- non solo per le realtà amministrative locali ma per tutte le realtà rappresentative. E addirittura istituzionalmente apicali.

Un senatore? Potrà avere anche 25 anni

I parlamentari Fdi ne fanno anche una questione di modernizzazione istituzionale necessaria per affrontare la competizione in un mondo sempre più globalizzato. L’unico “caveat” riguarda il Senato, del quale non viene modificato il requisito per l’elettorato attivo, che resta a 25 anni, ma si parifica a quella soglia anche l’elettorato passivo, riducendolo dagli attuali 40 anni. Il ddl, in prima battuta, integra l’art. 31 della Costituzione, che proprio dei giovani si occupa. E così, in coda al testo in base al quale la Repubblica, fra l’altro, “protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”, si propone di aggiungere quanto previsto dal primo articolo della proposta: “Promuove con appositi provvedimenti la partecipazione dei giovani alla vita politica, economica e sociale. Informa le proprie scelte al principio di equità tra generazioni”. Fissato tale principio, viene proposta l’eliminazione del requisito, previsto dall’art. 56 della Carta, dei 25 anni per essere eletti deputati e che quindi “tutti gli elettori sono eleggibili a deputati”. Analogamente, per il Senato, viene abolito il parametro dei 40 anni necessari per aggiudicarsi uno scranno a palazzo Madama: “Tutti gli elettori del Senato della Repubblica sono eleggibili a senatori”, si legge all’art. 3 della proposta, eliminando così l’asimmetria attuale.

Lo spirito della proposta di Fratelli d’Italia: “Aprire ai giovani in ogni istituzione”

Il piatto forte, però, sembra decisamente il quarto e ultimo articolo del ddl, che sopprime la disposizione per cui “può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età”. Non viene, però, indicato un nuovo, pur inferiore, limite. Ma lo spirito della proposta (che affonda le sue radici nel periodo in cui Giorgia Meloni fu ministro della Gioventù), viene riferito da fonti del partito, sarebbe proprio quello di fissare il principio per cui a un diciottenne che goda dei diritti civili e politici nessun traguardo può essere precluso. C’è, poi, l’Europarlamento. In base all’ar­ticolo 4 della legge n. 18 del 1979, in Italia possono essere eletti alla carica di deputato europeo “gli elettori che abbiano compiuto il 25° anno di età entro il giorno fissato per le elezioni che hanno luogo nel territorio nazio­nale”. Praticamente in tutti gli altri Paesi dell’Unione il limite è inferiore, 18 o 21 anni. E nella proposta di legge ordinaria depositata in materia, Fdi propone la soglia dei 18 anni. Il Parlamento ha tentato più volte, nelle scorse legislature, di fare ‘largo ai giovani’ euro candidati. La Camera aveva persino approvato, due legislature fa, una proposta di legge, ma poi il Senato non fece in tempo a dare il via libera definitivo. Che la legislatura in corso sia più fortunata? Essendo, oltretutto, la diciottesima della Repubblica, gli auspici ci sono tutti.

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