Disoccupazione giovanile al 33% e precari, ecco cosa ci ha lasciato la sinistra
Record assoluto di dipendenti precari: sono quasi tre milioni. E la disoccupazione giovanile sale sopra il 33 per cento. L’Istat certifica, ancora una volta, il fallimento della sinistra e del Jobs Act. C’è poco da stare tranquilli, il Pd ha lasciato un Paese a pezzi, sono aumentate povertà e disoccupazione. E i giovani che aspirano ad avere un futuro sono costretti ad emigrare. Il tasso di disoccupazione generale resta inchiodato all’11,2%, ma quello dei giovani under 25 risale al 33,1%: 0,6 punti percentuali in più sul mese precedente e 15,8 punti sopra la media dell’Eurozona, stando ai dati Eurostat. È il valore più alto dopo quelli registrati in Grecia (45,4%) e Spagna (34,4%). Il numero dei disoccupati nell’Eurozona è di 13,38 milioni, nell’Ue di 17,46 milioni.
I dati Istat sulla disoccupazione
La stima delle persone in cerca di occupazione ad aprile, dice l’Istat, registra un aumento dello 0,6% (+17mila). La crescita della disoccupazione si concentra tra gli uomini, distribuendosi in tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Quanto agli inattivi, ad aprile la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni continua a diminuire sensibilmente (-0,6%, -74mila). Il calo riguarda donne e uomini ed è diffuso su tutte le classi di età. Il tasso di inattività scende al 34,0% (-0,2 punti percentuali rispetto a marzo). Nel trimestre si registra un aumento dei disoccupati (+0,5%, +14 mila) associato a un forte calo degli inattivi (-0,7%, -95 mila). Nei dodici mesi infine aumenta il numero di disoccupati (+0,8%, +24 mila) mentre cala fortemente quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,4%, -318mila).
Renzi e gli altri insignificanti dipendenti pubblici messi lì dai comunisti, per essere pagati, necessitano di gabelle, adempimenti, obblighi e doveri che hanno fatto chiudere gli artigiani e le piccole aziende di chi aveva voglia di lavorare, che si inventava un’attività! Adesso è dura abbassare la disoccupazione senza togliere tutto quello che ha impedito la piccola imprenditoria privata e lo svolgimento delle libere professioni senza tangenti dovute elargire a vario titolo dalle Entità pubbliche appositamente e furtivamente preposte!
Il millantato aumento dell’occupazione è in realtà aumento della precarietà.
Anche i numeri dell’ISTAT possono essere propaganda politica.
E Martina ha ancora coraggio di parlare. E’ stato ministro dell’agricoltura e dobbiamo ancora sopportare le quote latte fissate per errore materiale anni e anni addietro. La facoltà di licenziare, introdotta da Renzi ha fatto crollare la fiducia delle famiglie, la propensione al consumo e la domanda interna. E ancora parlano. E Marcucci sorride sempre. Ma cosa avrà da ridere (sembra una iena).
una vera ecatombe, un disastro senza precedenti spacciato dai media per una eccezionale positività…
è disarmante la distanza dal vero di tutti i media!
Urge, oltre trovare soluzioni per il lavoro (non precario, ripeto, non precario, via totalmente legge Fornero) una seria riflessione sul tema media, almeno quelli di Stato (v. RAI) che devono essere “seri”
niente opinioni nei tg (solo nei programmi d’intrattenimento) è più cronaca ed inchiesta
per gli altri media… niente finanziamenti pubblici (essendo aziende private, niente più finanziamenti pubblici)