Degenera la situazione nelle carceri italiane: allarme dei sindacati 

3 Mag 2018 16:22 - di Redazione

Ancora un’aggressione ieri mattina ai danni di un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Cavadonna, a Siracusa. A darne notizia è il segretario generale dell’Osapp Domenico Nicotra. “Mentre la polizia penitenziaria manifesta ad oltranza dinanzi l’Istituto penitenziario di Cavadonna per denunciare la grave carenza di organico, all’interno delle mura si registra l’ennesima aggressione – afferma – Un detenuto extracomunitario, di origine africana, ha aggredito un assistente capo di polizia, afferrandolo per il collo. Per fortuna il pronto intervento del poco personale immediatamente disponibile ha evitato che si registrasse un epilogo molto più grave”. “E’ assolutamente necessario – aggiunge – che il provveditore regionale adotti urgenti, seppur temporanei, provvedimenti che possano fungere da tampone ad una situazione che sta degenerando”. Allarme anche in altre carceri: “Sono qui a Poggioreale per portare la mia solidarietà e vicinanza al personale di Polizia Penitenziaria che svolge quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”, ha detto Donato Capece, segretario del Sappe, Sindacato di polizia penitenziaria, che ha visitato a Napoli il carcere di Poggioreale, dopo l’esposto in Procura sul caso del detenuto Roberto Leva, 50 anni, che dal 27 aprile scorso è ricoverato in coma farmacologico al reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Paolo. “La Polizia penitenziaria che lavora nel carcere di Poggioreale, 700 Agenti per 2.300 detenuti, è formata da persone che, nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante lavoro, credono nella propria professione, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno fanno tutto quanto è nelle loro possibilità per gestire gli eventi critici”, assicura Capece. L’impegno del Sappe “è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una casa di vetro, un luogo trasparente dove la società civile può e deve vedere chiaro, perché nulla abbiamo da nascondere e anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale, ma ancora sconosciuto, lavoro svolto quotidianamente, con professionalità, abnegazione e umanità dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria”.

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