Così la 5stelle Castelli si sfogava nelle mail: «I miei colleghi? Lobotomizzati»

25 Mag 2018 13:20 - di Valerio Falerni

Laura Castelli, la pasionaria No-Tav in predicato di occupare la poltrona di ministro per le Infrastrutture del nascente governo giallo-verde, vive ore di intensa passione. Colpa di alcune mail particolarmente pepate da lei scritte contro Casaleggio, Di Battista e – quel più conta oggi – Di Maio. Mail diventate di pubblico dominio grazie agli autori di Supernova, una sorta di libro bianco sui Cinquestelle scritto a quattro mani da Nicola Biondo e Marco Canestrati, già fedelissimi dei vertici grillini.

Un libro pubblica il carteggio della Castelli, indicata come «l’insider»

Nel libro, la Castelli è indicata come “fonte” anonima nel capitolo “le parole dell’insider“. Parole rivelatrici di posizioni assai critiche nei confronti di Di Maio e di Di Battista. Biondo e Canestrati ne hanno parlato con il quotidiano Repubblica spiegando i motivi che li hanno indotti ora a svelare l’identità dell’insider: «Ci siamo chiesti se continuare a coprire una delle tante fonti che ci hanno permesso di scrivere il libro e che sapevamo stesse mentendo, pur essendo un parlamentare della Repubblica. Pare che occuperà ruoli di governo. Prima che accada, riteniamo giusto fornire le informazioni in nostro possesso utili a giudicare i comportamenti di un possibile ministro: comportamenti pubblici opposti a quelli privati per fini che, evidentemente, attenevano alla sua personale carriera»A Di Maio la Castelli non lesina critiche: «La sua arma vincente – si legge in una delle mail del carteggio – è stata quella di escludere dall’assemblea la discussione». Ma se per il capo politico del M5S l’accusa è di eccessivo liderismo, il giudizio piombato sui colleghi parlamentari è addirittura tranchant. Li definisce, infatti, «lobotomizzati, che non sanno e non vogliono capire bene le dinamiche». Mentre su Di Battista lascia cadere il sospetto di “spionaggio” per conto dei vertici sull’attività dell’attuale presidente della Camera, di cui la Castelli condivideva la posizione ortodossa: «Subito dopo la formazione del direttorio – scrive Castelli – Fico ci tiene a sottolineare che il suo impegno rispetto al compito imposto da Milano (cioè dalla Casaleggiondr) sarebbe stato quello di rimettere ordine nei meet up. Forma un gruppo di lavoro tra i deputati. Al suo interno si infila subito Di Battista: meglio non lasciare solo il puro Fico».

E su Di Maio: «Ricettore di gossip interno»

In una mail del 2 settembre 2015 resa nota da Repubblica, Di Maio viene definito «ricettore di tutti i gossip e i malumori». In quale senso, è sempre la Castelli a spiegarlo: «Racconta una storia interna (al M5S, ndr) e raggiungerai il paradiso per sempre, entrando nelle sue grazie». Il capo politico è anche l’«invitato d’oro nelle grandi feste del M5S in tutta Italia: gli attivisti non possono fare a meno della star» che «spinge emendamenti o proposte di legge da rivendere nelle piazze e in apparizioni tv». La Castelli, ora fedelissima di Di Maio, avrebbe anche spifferato le tensioni sorte nei Cinquestelle dopo la formazione del Direttorio. Dure le critiche rivolte a Gianroberto Casaleggio, morto due anni fa, accusato di «comunicare solo con Di Maio, qualunque informazione viene filtrata da lui: non parla più con i deputati, cosa molto grave, non parla con i deputati che ricoprono ruoli per statuto, come capigruppo vice, presidente, tesoriere».

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