Corridoni eroe e sindacalista. Un libro spiega perché la destra non può farne a meno
Filippo Corridoni (1887-1915) è il primo personaggio col quale viene inaugurata la collana “Profili” dell’editore Fergen. Un investimento in cui crede il fondatore della casa editrice, il giornalista Federico Gennaccari, e che è stato possibile grazie all’impegno del direttore Gennaro Malgieri il quale, dopo quello su Corridoni di cui è autore, ha in preparazione altri due volumetti: “L’ultimo Sorel” di Mario Missiroli e “Alfredo Rocco” di F.Coppola e M.Maraviglia. L’idea ricorda da vicino la collana Architrave del compianto editore Giovanni Volpe, anch’essa dedicata ad autori ritenuti veri e propri pilastri di una cultura rivoluzionario-conservatrice. Il libro di Malgieri su Corridoni, benché si esaurisca in sole cento pagine, è utilissimo per sfrondare il personaggio da ogni aureola mitologica e per mettere a fuoco e a nudo i temi centrali di un pensiero che si interruppe bruscamente con la morte nella Trincea delle Frasche nei pressi di San Martino del Carso, avvenuta il 23 ottobre del 1915.
Corridoni resta il simbolo di un sindacalismo eroico, nel quale davvero Marx e Nietzsche “si danno la mano”: “Esso – scrive Malgieri – era il risultato della contemperanza tra l’elemento volontaristico-spirituale -mutuato dal pensiero di Friedrich Nietzsche – e delle ragioni preminentemente materiali del proletariato italiano su cui si era a lungo esercitato frequentando la scolastica marxista”. Il suo obiettivo era un sindacato capace di frenare e rovesciare la potenza corruttrice del capitalismo. Un’idea che, unita alla lezione di Sorel, lo condusse a concepire lo sciopero come continuazione nella lotta di classe delle guerre nazionali risorgimentali. Da ultimo, la Grande Guerra gli apparve come l’occasione irripetibile da cogliere per una rivoluzione materiale e spirituale del proletariato. Idee interessanti per l’Ugl, che ha ospitato nel suo salone delle conferenze la presentazione del libro di Malgieri, con Giuseppe Del Ninno e il segretario Paolo Capone. Quest’ultimo ha tenuto a sottolineare, tra l’altro, che dopo i disorientamenti del recente passato, figure come quella di Corridoni tornano a essere punto di riferimento imprescindibile per quel cammino di riappropriazione di identità che l’Ugl intende compiere.