Brexit bloccata: è braccio di ferro Londra-Ue sugli accordi doganali
Potrebbe volerci un’altra settimana per risolvere il braccio di ferro all’interno del governo di Theresa May su quale soluzione adottare in futuro con l’Unione europea in tema di dogane. Lo riferiscono al Guardian fonti dell’esecutivo, spiegando che la premier ha diviso i membri del suo gabinetto ristretto per la Brexit in due gruppi, al fine di trovare un compromesso tra le due proposte in campo. Da una parte c’è la customs partnership, l’associazione doganale con la Ue, appoggiata dal cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond e dalla stessa premier. La soluzione, che risolverebbe la questione del confine tra le due Irlande, è però invisa ai Brexiteers, l’ala euro scettica del governo, capeggiata dal ministro degli Esteri Boris Johnson, che l’ha già bollata come “folle”. Secondo i duri e puri della Brexit, l’associazione doganale con la Ue, definita anche il “modello ibrido” ha due principali controindicazioni. La prima, implica che il Regno Unito dovrebbe incassare alle proprie frontiere i dazi previsti dalle normative europee, per poi girarli a Bruxelles. La seconda, il fatto che l’associazione doganale vincolerebbe Londra alle normative europee in materia di dazi, impedendo di stipulare accordi commerciali più convenienti con i Paesi terzi. L’altra soluzione proposta è quella denominata max fac, appoggiata dal ministro per la Brexit David Davis, che punterebbe sulla tecnologia per ridurre al minimo i controlli sulle merci alle frontiere. I critici del max fac sostengono che il nodo del confine tra Repubblica d’Irlanda (che fa parte della Ue) e l’Irlanda del Nord (che fa parte del Regno Unito) non verrebbe risolto, comportando così un ritorno alle barriere e ai controlli ai valichi di frontiera. Una prospettiva che tutti puntano a scongiurare, perché comprometterebbe l’accordo di pace che ha messo fine alla guerra civile nelle sei contee nordirlandesi. Ieri, un portavoce della premier ha tentato di minimizzare lo scontro in atto all’interno del governo, smentendo che la May preferisca una soluzione ad un’altra. “Entrambe le opzioni sono valide”, ha detto, ricordando che la scadenza importante è quella di ottobre, quando il governo dovrà trovare un punti di intesa sul futuro accordo commerciale con la Ue, per poi presentare il testo al Parlamento per la necessaria ratifica. Prima di ottobre c’è però la scadenza di giugno, quando nel prossimo vertice europeo i 27 capi di stato e di governo della Ue si aspettano una soluzione alla questione del confine tra le due Irlande. I due schieramenti governativi incaricati di trovare un compromesso tra le due proposte si riuniranno nuovamente lunedì. Nel frattempo, anche a Bruxelles i negoziati per la Brexit sono fermi, in attesa che Londra si presenti con una soluzione condivisa e praticabile.