Atenei, truffa allo Stato: più di 400 prof con il doppio lavoro. Ora pagheranno
Dovranno risarcire l’Erario dopo averlo truffato per decine di milioni di euro. Si tratta di 411 docenti universitari con doppia occupazione: lavorano a tempo pieno negli atenei, ma, nonostante il divieto della legge, non rinunciano all’attività privata. I professori (dii Ingegneria, Architettura e Chimica) sono finiti nel mirino delle Fiamm Gialle che hanno segnalato i casi “sospetti” alla Corte dei Conti. Dopo le condanne già emesse dai giudici contabili -riporta il Corriere online – i controlli a tappeto nei principali atenei hanno scoperchiato lo scandalo. La legge, infatti, impone a chi sceglie il lavoro a tempo pieno di garantire un impegno di 350 ore e quindi il divieto di svolgere ulteriori attività ma anche ad accettare incarichi presso la pubblica amministrazione.
Atenei, 411 docenti truffano lo Stato
Il record del doppio lavoro spetta alla Lombardia con 60 casi, seguita da Campania con 49 e Lazio con 38. Il danno alle casse dell’Erario è alto: finoa sono già stati richiesti 42 milioni di euro a 172 professori. Ma è solo l’inizio – continua il Corriere – anche tenendo conto che entro qualche settimana le verifiche saranno ampliate alle facoltà di Economia, Medicina e Giurisprudenza. I controlli già pianificati riguardano tutte le Regioni italiane con 35 casi in Sicilia, 31 in Emilia, 30 in Toscana fino agli 8 dell’Umbria e della Basilicata, i 6 del Trentino e i 5 el Friuli. Il meccanismo della truffa è uguale ovunque: il docente si impegna a svolgere le proprie mansioni in esclusiva (tranne eccezioni che devono essere autorizzate) e quindi a essere a totale disposizione degli studenti, ma in realtà accetta incarichi privati molto ben remunerati e addirittura in altre aziende statali. I dati acquisiti dai finanzieri consentono di effettuare una stima ben più alta di quello che potrà essere il risarcimento da chiedere ai professionisti. Alla fine di questa tornata di controlli si conta di arrivare almeno al doppio della cifra già accertata, quindi oltre gli 80 milioni di euro. Del resto nell’elenco degli atenei figurano il Politecnico di Milano e quello di Torino; Tor Vergata, Romatre e la Sapienza nella Capitale; la Federico II di Napoli e l’Unipa di Palermo. Università che ora dovranno vedersi restituire i soldi che sarebbero stati illecitamente percepiti dai professori.