“Russiagate”, l’avvocatessa che incontrò Trump jr: «Lavoro per Mosca»
Ancora un capitolo del cosiddetto Russiagate, l’ormai inesauribile caso (ma più d’uno negli Usa lo definisce scandalo) che mette in imbarazzo il presidente Donald Trump e lo costringe a difendersi dalle accuse di chi sostiene che egli abbia vinto le elezioni del 2016 grazie a non meglio precisate manovre russe capaci di influenzare e orientare il voto degli americani. La Casa Bianca ha sempre negato ogni addebito. Ora, però, i riflettori tornano ad illuminare il Russiagate grazie all’intervista concessa a Nbc News da Natalia Veselnitskaya, l’avvocatessa russa che nel giugno del 2016 si incontrò alla Trump Tower con Donald Trump Jr e altri membri della campagna presidenziale.
Natalia Veselnitskaya lo ha rivelato in un’intervista tv
Parlando con l’emittente tv, la Veselnitskaya ha rivelato di intrattenere con il governo di Mosca legami ben più stretti di quanto lei stessa aveva precedentemente ammesso. Della legale si era occupato in precedenza il New York Times, quotidiano tra i più ostili a The Donald, secondo il quale, in base ad alcune email, risulterebbe che in almeno una circostanza la Veselnitskaya lavorò per l’ufficio legale russo in un caso di frode intentato dal dipartimento della Giustizia americano contro un’azienda russa. Ma è stata la stessa avvocatessa, nell’intervista alla Nbc News, ad aver rivelato di essere «un avvocato e un’informatrice» e di avere «fin dal 2013 comunicato attivamente con l’ufficio della procura generale russa».
Sull’elezione di Trump l’ombra di condizionamenti russi
Sono affermazioni che contraddicono quelle da lei stessa rese a novembre scorso davanti alla commissione Giustizia del Senato statunitense. In una memoria scritta per quell’occasione, infatti, la Veselnitskaya si presentò come una professionista che operava «in maniera indipendente da qualsiasi ente governativo» e affermò di «non avere alcun rapport» con Yuiri Chaika, il procuratore generale russo, con i suoi rappresentanti e le sue istituzioni. Queste sue ultime rivelazioni rischiano ora di rinfocolare le mai del tutto sopite polemiche sull’incontro alla Trump Tower, al quale presero parte anche il capo della campagna presidenziale Paul Manafort e il genero di Trump, Jared Kushner, ora consigliere del presidente alla Casa Bianca.