Reddito di cittadinanza? Lo adottò il Pd in Campania: ha creato una “voragine”

26 Apr 2018 17:30 - di Monica Pucci

«Abbiamo il 32%, non siamo autonomi e stiamo cercando di portare un buon contratto al rialzo non al ribasso che possa risolvere i problemi degli italiani. Ai cittadini interessa avere un reddito di cittadinanza che gli consenta di integrare il loro reddito oppure che due forze politiche litighino per l’eternità?», ha detto oggi Luigi Di Maio, candidato premier del M5s al termine delle consultazioni con Fico. Proprio sul reddito di cittadinanza potrebbe essere puntellato un accordo di governo, o contratto di programma, tra grillini e piddini, anche perché, scava scava, viene fuori che anche il Pd lo aveva adottato, grazie al genio intuitivo dell’allora governatore Bassolino, misura poi abrogata dalla giunta di centrodestra guidata da Stefano Caldoro. Un’operazione di sinistra, peccato che sia miseramente fallita, in soli tre anni di sperimentazione, lasciando una voragine nei conti.

La denuncia arriva da Ermanno Russo (nella foto con Caldoro), vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e componente della Commissione Bilancio, esponente di Forza Italia: «Arriva oggi in Commissione l’ennesimo debito fuori bilancio, questa volta sul reddito di cittadinanza e per una cifra che sfiora il milione di euro. I cittadini campani stanno ancora pagando per una scelta scellerata compiuta dalla Regione nel 2004 e abrogata nel corso della scorsa legislatura. La ragione è semplice: non tutti coloro che avevano i requisiti secondo la legge regionale (reddito annuo inferiore a 5 mila euro) poi sono risultati beneficiari di questa misura assistenzialistica e riparativa. Si preferì l’erogazione monetaria di 350 euro al mese, l’importo massimo, soltanto per una parte della platea degli aventi diritto» . Secondo Russo, “si trattò di una decisione illegittima, che la Suprema Corte di Cassazione a sezioni unite ha prontamente rilevato, per la verità già nel 2010, condannando oggi Palazzo Santa Lucia al pagamento delle somme”, spiega Russo, che poi rincara: «Sarebbe bene che chi in questi mesi ha costruito le proprie fortune elettorali sul reddito di cittadinanza, tentando ora di camuffarlo e spacciarlo per una misura temporanea rivolta a chi ha perso il lavoro (che è un’altra cosa e rientra tra gli ammortizzatori sociali) o per salario minimo garantito, impari dagli errori commessi nel passato smettendola di ingannare gli italiani».

Nel merito, secondo il consigliere regionale azzurro, il reddito di cittadinanza non è misurabile perché la legge innesca un meccanismo incontrollabile di diritti soggettivi per cui chiunque poi può rivendicarne il beneficio sulla base dei requisiti; sul piano politico, invece, il reddito è una misura di welfare riparativo che non sono non contribuisce ad uscire dalla povertà «ma quasi ti induce a restarci». Per non parlare dei tanti tentativi di truffa, documentati dai media.

Ovviamente il debito fuori bilancio è stato approvato oggi in Commissione Bilancio a maggioranza, con la benedizione di De Luca e il voto contrario del centrodestra. E il M5S? Incredibile ma vero, si è astenuto…

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