Mini-cuore artificiale salva una bimba: rivoluzionario intervento al Bambin Gesù
Un intervento rivoluzionario, quello che si è appena concluso con successo al Bambin Gesù di Roma, dove un mini-cuore artificiale del diametro di appena 15 millimetri e 50 grammi di peso, lungo soli 5 centimetri, ha salvato la vita di una bambina di 3 anni ricoverata nel nosocomio pediatrico capitolino.
Mini-cuore artificiale impiantato al Bambin Gesù
Un iter lungo e articolato, quello che ha preceduto il delicato intervento di oggi, cominciato con il conseguimento da parte dell’Ospedale pediatrico della Santa Sede dell’autorizzazione straordinaria dalla Food and Drug Administration (Fda) americana e dal ministero della Salute italiano per l’utilizzo di una pompa cardiaca miniaturizzata (l’Infant Jarvik 2015), la cui sperimentazione clinica partirà prossimamente negli Stati Uniti. Il dispositivo è stato sviluppato con i fondi del National Institute of Health (Nih) all’interno del programma statunitense PumpKIN (Pumps for Kids, Infants, and Neonates), promosso dal National Heart Lung and Blood Institute (Nhlbi). Scopo del programma era quello di mettere a punto il primo dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare intracorporeo (Vad) per i bambini più piccoli (sotto i 25 chili di peso) tra quelli in attesa di trapianto a causa di anomalie cardiache congenite o insufficienze cardiache severe, per i quali i dispositivi già esistenti non risultano purtroppo appropriati. La Fda ha da poco approvato una sperimentazione pilota per il nuovo dispositivo, realizzato dalla Jarvik Heart Inc., che ha superato i vari ostacoli tecnici incontrati, riportando eccellenti risultati negli studi pre-clinici. E allora, tenendo conto di tutti gli sforzi fatti per arrivare fino a questo punto, l’apparente successo del primo impianto effettuato presso il Bambino Gesù è davvero molto gratificante e incoraggiante.
Mini-cuore artificiale: il duro percorso della sperimentazione
Mentre ci si prepara all’inizio della sperimentazione clinica negli Stati Uniti, quest’esperienza romana aiuterà a capire meglio come funziona il dispositivo e come prendersi cura al meglio dei delicati pazienti tenuti in vita grazie al Jarvik 2015. Nei 14 anni del progetto PumpKIN, la Fda ha concesso solamente due autorizzazioni per l’uso compassionevole del dispositivo. La prima, nell’aprile del 2012, riguardava il prototipo dell’Infant Jarvik. Il via libera alla procedura fu concesso sempre al Bambino Gesù per salvare la vita di un bambino di 16 mesi in attesa di trapianto di cuore. La seconda autorizzazione è quella rilasciata all’inizio di quest’anno e che ha permesso di salvare la vita della piccola paziente di 3 anni ricoverata dallo scorso luglio presso il dipartimento medico e chirurgico di cardiologia pediatrica (Dmccp) dell’Ospedale.
Il caso della piccola in attesa di trapianto cardiaco
Affetta da miocardiopatia dilatativa e in lista di trapianto cardiaco, la bambina aveva già subito l’impianto di un Berlin Heart, un cuore artificiale paracorporeo, che necessita l’ausilio di una consolle esterna collegata con cannule al torace del paziente, e un episodio di emorragia cerebrale dal quale si sta lentamente riprendendo. Successivamente, per un recupero della funzione cardiaca, era stata tentata la rimozione del Berlin Heart senza successo. La piccola è stata quindi nuovamente assistita con un sistema temporaneo di assistenza cardiocircolatoria anche a causa di una infezione dei tramiti delle precedenti cannule. A quel punto, la sola opzione terapeutica salvavita era rappresentata dall‘Infant Jarvik 2015, unica pompa intratoracica con alimentazione tramite un cavo addominale. Previo consenso della Fda, del ministero della Salute e del comitato etico dell’Ospedale, l’intervento è stato eseguito da Antonio Amodeo e la sua équipe il 2 febbraio e la piccola è stata estubata dopo 10 giorni. Attualmente le condizioni sono buone, in attesa del trapianto cardiaco.