L’offerta di Di Maio al Pd: togliamo le tv e i giornali a Berlusconi (video)
Scurdammo o passato. Ma solo a metà. In attesa che Roberto Fico salga al Colle per riferire le sue esplorazioni al presidente Mattarella, Luigi Di Maio si prende i riflettori per aggiustare il tiro e rispolverare l’antiberlusconismo d’annata. Da una parte il corteggiamento al Pd per “senso di responsabilità” e per il bene degli italiani, neanche a dirlo, dall’altra l’antiberlusconismo d’antan resuscitando il vecchio adagio sul conflitto di interessi.
Di Maio corteggia il Pd e rispolvera il conflitto di interessi
«Dobbiamo abbandonare il vocabolario della prima e seconda Repubblica – dice il candidato premier dei Cinquestelle dopo il colloquio con il presidente della Camera – qui non ci sono forze politiche che fanno alleanze ma i cittadini che fanno un passo avanti. Stiamo cercando di mettere a punto un buon contratto di governo al rialzo e non al ribasso. Ai cittadini interessa avere un reddito di cittadinanza che li porti sopra alla soglia di povertà o che due forze politiche litighino per l’eternità? Siamo disponibili a sederci per cominciare a lavorare al contratto». Poi, per rabbonire la base infuriata per la possibile alleanza con il Nazareno, aggiunge: «Capisco chi dice “mai con il Pd o mai con il M5S”. Non si sta parlando di negare le differenze, a volte profonde. Stiamo cercando di ragionare in una logica non di schieramento ma di risposta alle attese dei cittadini. Il Movimento 5 Stelle al governo sarebbe una novità assoluta – continua Di Maio in doppiopetto – ed è chiaro che se ci andiamo è per puntare in alto. Potevamo fare come la Lega e puntare a rimanere fuori per lucrare voti. Noi ci mettiamo in gioco». Insomma chiede un ultimo sforzo al Pd, «se andrà male non ci sono alternative a un ritorno alle urne». Ma il bello arriva con il solito refrain contro il Cavaliere, forse per esorcizzare la vergogna di un governo con chi fino a qulche settimana fa considerava la rovina dell’Italia. «Dovremmo lavorare sulla Rai ma anche sulle tv private. Fa specie che Berlusconi, con le sue tv, stia mandando delle velate minacce a Salvini e alla Lega. Mettiamo mano a questo conflitto che c’è nell’informazione italiana», ha tuonato Di Maio, «credo che in questo Paese serva allora una nuova legge contro il conflitto d’interessi, nessun politico può avere mezzi di informazione a propria disposizione». Originalissimo.
io al posto di Berlusconi venderei il gruppo televisivo a Vincent Bollorè con gestione francese e collaboratori francesi e contribuenti i francia , poi vediamo Di Maio cosa fa senza entrate mediaset?
Loro difendono i clandestini e vorrebbero riempirci all’inverosimile di questi cannibali. . .aspettiamoci un’invasione senza uguali… E poi si comportano da emuli di Kim il coreano…Non entra loro in testa che Berlusconi non è un politico ma un privato cittadino e può avere quello che vuole…
non c’è limite all’imbecillità e il giggino o bibitaro ne è il degno rappresentante
a M5S interessa distruggere il centrodestra e chiudere le uniche tv e i principali giornali che raccontano i disastri fatti dai migranti