Lampedusa, uno scarico di liquami travolge i sindaci rossi Nicolini e Martello (video)
Sono considerati due “campioni” del Centrosinistra. E si sono passati il testimone, come sindaci, alla guida del Comune di Lampedusa, criticissimo (e criticatissimo) avamposto nella crisi dell’immigrazione. Giusy Nicolini, renziana di ferro ed esibita dal Matteo come un trofeo alla cena con Obama, e Salvatore “Totò” Martello, successore della stessa Nicolini ed ex-Pci, ex-bersaniano, poi anche Cuperliano, sono stati indagati dalla Procura di Agrigento che ha emesso tredici avvisi di garanzia notificati anche a funzionari e tecnici comunali nell’ambito dell’indagine che ha portato al sequestro del depuratore comunale di Contrada Cavallo bianco a Lampedusa.
Lampedusa, gli interni devastati del vecchio depuratore che ha inquinato il bellissimo mare
Gli investigatori dei carabinieri del Centro anti Crimine natura, reparto già inquadrato nel Corpo Forestale dello Stato, hanno, infatti, scoperto che gli impianti non funzionavano come avrebbero dovuto e che l’inquinamento da batteri fecali – escrementi, quindi – era alle stelle. Dalle indagini è emerso che negli ultimi anni l’inquinamento da batteri fecali è risultato a Lampedusa con un tasso superiore di 10mila volte rispetto a quanto consentito dalla legge e, per questo, sono stati anche sequestrati dagli investigatori 600 tonnellate di materiali. Ci sarebbe stato un finanziamento pubblico, erogato in precedenza dal governo Berlusconi, che avrebbe potuto risolvere la grave situazione ma che non sarebbe mai stato utilizzato. Il vecchio depuratore – mentre il nuovo è ancora in costruzione nonostante doveva essere stato finito da tempo – scaricava nel bellissimo mare di Lampedusa i liquami isolani attraverso una condotta che era rotta in più punti, oltretutto a pochissimi metri dalla linea di costa.
Dalle stelle alle stalle, verrebbe da dire pensando ai due amministratori di centrosinistra portati in palmo di mano da Renzi e compagni come esempio di capacità amministrativa e ora travolti dai batteri fecali scaricati a mare.
«E’ dal 2015 che teniamo sotto controllo la situazione Lampedusa. E’ una situazione che, con il tempo si è sempre più aggravata – ha spiegato il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, nel corso di una conferenza stampa – Le opere che nel tempo dovevano essere eseguite non sono state effettuate. Oggi abbiamo una situazione di estrema gravità. Vogliamo capire se ci sono state omissioni penalmente rilevanti e per questo abbiamo inviato, come atto dovuto, delle informazioni di garanzia agli amministratori che si sono succeduti», cioè Nicolini prima e Martello successivamente. E proprio dal 2015 sarebbero dovuti partire i lavori, mai fatti, che avrebbero potuto mettere la struttura in sicurezza dal punto di vista ambientale e non solo. Nell’estate di quell’anno un’ispezione al depuratore rivelò che la struttura era completamente devastata, lasciata incustodita e saccheggiata e che i tubi, erosi e mangiati dalla salsedine e dalla ruggine, scaricavano liquami in mare.
E come si difendono i due campioni del centrosinistra? Come al solito. E’ sempre colpa di qualcun altro.
«Io indagata? Ma se non ci fossi stata io non sarebbero mai partiti i lavori, non si sarebbe mai parlato di depuratore. Il mio impegno è stato massimo. In ogni caso, appena leggerò le carte, chiederò subito alla Procura di essere ascoltata», dice, dal canto suo, l’ex-sindaca Nicolini.
«Questo appalto non è stato fatto dal Comune di Lampedusa, ma da una struttura commissariale – si difende la cocca di Matteo Renzi – C’era un soggetto attuatore e una struttura apposita realizzata dopo i fondi, 26 milioni di euro, erogati dal governo Berlusconi nel 2011. In teoria questo lavoro doveva essere fatto con procedura d’urgenza, ma in realtà i lavori sono iniziati con netto ritardo e mai finiti».
«In realtà – aggiunge la Nicolini – il depuratore a Lampedusa non c’è mai stato perché anche la vecchia struttura non depurava, non era solo un problema di sottodimensionamento».
«Con l’ordinanza di Berlusconi del 2011 i fondi non vennero dati al Comune di Lampedusa ma a un soggetto attuatore presso la Regione siciliana, che si è occupata anche della progettazione, l’esecuzione e la direzione dei lavori – ricostruisce l’ex-sindaco renziano – Il mio ruolo era solo quello di spingere queste pratiche…». I lavori del depuratore sono iniziati nel 2015. «E dovevano terminare nel marzo 2017 – ricorda l’ex-sindaco – poi la fine dei lavori è stata rinviata al dicembre 2017, ma evidentemente è ancora tutto fermo. Chiederò di essere sentita immediatamente dai pm. Io ho trovato quell’inquinamento e anzi l’ho fronteggiato. Certo, con interventi emergenziali. E’ ovvio che nulla poteva essere fatto per eliminarlo senza l’impianto nuovo. Il mio impegno è stato massimo nel sollecitare la progettazione per fare partire questo lavoro, che era complesso».
«Ritengo sia un “atto dovuto” – si aggiusta, invece, la frittata Totò Martello – Quando sono stato eletto sindaco, poco meno di un anno fa, mi sono immediatamente attivato per chiedere all’Assessorato regionale all’Energia il motivo per il quale il vecchio impianto di depurazione era stato chiuso, nonostante il nuovo impianto non fosse ancora pronto».
«In questa vicenda i lampedusani sono parte lesa ed io, con loro, sono il primo a chiedere che sia fatta piena luce – aggiunge l’ex-fans bersaniano – L’amministrazione comunale è pronta a fornire tutte le informazioni e quanto sarà necessario alla magistratura per l’accertamento dei fatti. Quanto al mare di Lampedusa, resta “pulito ed immacolato”. Solo nella zona di Cavallo Bianco, interessata dall’impianto di depurazione, risultano livelli di inquinamento. Ma nessun allarmismo – si sente di rassicurare Martello nonostante i valori alle stelle di batteri fecali riscontrati dai carabinieri – il nostro mare resta quello che migliaia di turisti hanno amato ed apprezzato in questi anni». In effetti, per ora, gli unici travolti dall’ondata di liquami sembrano proprio loro, i due campioni del centrosinistra.
Bla, bla, bla! Quante storie per un depuratore che non funziona! I soldi dei migranti arrivano o non arrivano alle coop rosse del PD? Sei soldi arrivano, tutto il resto non conta. . .Alla barba degli Italiani sommersi dalle tasse.
26 milioni di euro ( alla fine si vedrà la cifra conclusiva ) per un depuratore idoneo a coprire circa 6.500 utenti ( probabilmente doppi nei periodi di insediamento turistico ) sono una follia !!!!!!!!! La spesa pubblica per le ” infrastrutture ” locali e nazionali ,in italia , è totalmente fuori controllo . Le conseguenze determinano il disastro totale dei bilanci pubblici .
Vuoi vedere che alla fine….la colpa e sempre di Berlusconi, riusciranno a dare a lui le colpe delle loro inadeguatezze e della loro inettitudine, in questo i compagni che sbagliano sono bravissimi
ma come fai a definirti giornalista che non sai neanche coniugare un verbo, dovresti vergognarti , non puoi neanche fare il pennivendolo