Governo M5S-Pd? Contrario alla volontà popolare: risposta a Lettera43
Da Giovanbattista Fazzolari riceviamo e volentieri pubblichiamo
Le convinzioni sono importanti, soprattutto per i bambini, ma anche per chi si trova in difficoltà ad affrontare la complessità del mondo, della società e della politica. Così Paolo Madron su Lettera43 scrive il suo “rassicurante” articolo dal titolo “L’analfabetismo democratico di Giorgia Meloni” e lo riempie delle sue “piccole verità”, come il bimbo che custodisce i tappi delle bottiglie nella sua scatola dei tesori: la destrorsa Fratelli d’Italia, la Meloni nostalgica della Fiamma Tricolore che vorrebbe rifare la marcia su Roma, e soprattutto l’ignoranza istituzionale di chi sostiene che i governi vadano scelti dal popolo. Come uno scolaretto volenteroso, il buon Madron ripete la sua filastrocca: non siamo una Repubblica presidenziale, i governi non sono eletti direttamente dal popolo, è il Parlamento che dà la fiducia al Governo, lo dice la nostra Costituzione agli articoli 92, 93 e 94. Che tenerezza! Peccato che la realtà sia sempre più complessa di quello che vorremmo. Certo, l’Italia non è, purtroppo, una Repubblica presidenziale con l’elezione diretta del capo dello Stato, e molti dei nostri problemi nascono proprio da qui. Ma questo non vuol dire che il Parlamento abbia carta bianca nel mortificare la volontà popolare. Non solo perché la nostra Costituzione dice chiaramente al suo primo articolo che “la sovranità appartiene al popolo”, ma prima ancora perché questo è il principio fondante di ogni sistema democratico. Detto con parole semplici per i più ottusi: prima viene la volontà popolare, e solo dopo tutto il resto, questa è la democrazia.
È infatti molto comune che quando un governo perde il sostegno popolare, pur se non sfiduciato in Parlamento, decida di dimettersi. Lo ha fatto anche D’Alema nel 2000 “solo” perché il centrosinistra aveva perso alcune elezioni regionali. Un “analfabeta istituzionale” anche lui? Questa dovrebbe essere la normalità, non quella che abbiamo visto negli ultimi anni. Perché tenere in piedi per cinque anni un governo di sinistra sostenuto in Parlamento da una pattuglia di voltagabbana eletti nelle fila del centrodestra è un insulto alla sovranità popolare e alla democrazia.
E ancora peggio sarebbe oggi un governo formato da chi ha perso le elezioni: il Movimento 5 Stelle arrivato secondo, il Pd arrivato terzo più qualche “responsabile”, per impedire alla coalizione che ha vinto le elezioni di governare. In che modo rispettare la volontà popolare in un contesto come quello attuale nel quale una pessima legge elettorale non ha consegnato una maggioranza parlamentare a chi ha vinto le elezioni? Semplicemente con un atteggiamento rispettoso nei confronti degli elettori e degli italiani, riconoscendo la supremazia della volontà popolare sulle alchimie di palazzo.
Ma poi arrivano quelli bravi, che hanno imparato la filastrocca a memoria e sono certi di quello che dicono: “Trenta giorni ha novembre con aprile, giugno e settembre, di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno”. Peccato che quando capita un febbraio con 29 giorni siano colpiti dal panico…
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