El Chapo chiede la perizia psichiatrica per evitare i 17 ergastoli
Gli avvocati che difendono Joaquín “El Chapo” Guzmán, il re dei narcos messicani detenuto negli Stati Uniti, hanno chiesto una nuova perizia psichiatrica per il loro cliente e la possibilità che questi possa parlare aula del regime carcerario imposto dalle autorità carcerarie statunitense al protagonista di due rocambolesche evasioni dalle prigioni messicane. La richiesta è stata presentata durante un’udienza preliminare che si è svolta ieri al tribunale federale di New York in vista del processo contro il capo del cartello di Sinaloa. In effetti il giudice Brian Cogan aveva già autorizzato lo scorso agosto la perizia psichiatrica su El Chapo, condotta da una docente della Facoltà di Medicina dell’università John Hopkins. Ma gli avvocati del narcos continuano a denunciare i danni fisici e psichici che sarebbero stati provocati dal regime carcerario – isolamento di 23 ore al giorno in una cella di 15 metri quadrati dove non viene mai spenta la luce – imposto Guzman da quando è stato estradato dal Messico un anno e tre mesi fa. Gli avvocati parlando di depressione e di allucinazioni uditive. Il narcotrafficante messicano deve rispondere a 17 capi d’accusa – ognuno dei quali prevede la condanna all’ergastolo – negli Stati Uniti dove è accusato di aver introdotto tonnellate di droga, creando quello che il dipartimento del Tesoro ha definito “un impero criminale”, fondato sul traffico di cocaina, marijuana, eroina e metanfetamine.