“Bilbo Baggins-Freeman” confessa: vidi Psyco a 7 anni e mi terrorizzò….

9 Apr 2018 17:11 - di Redazione

“Il primo film che ho visto è stato Psyco di Hitchcock, avevo 7 anni, l’ho guardato e sono stato terrorizzato per due anni ma l’ho amato molto. Da lì è iniziato il mio amore per il cinema e Hitchcock”. Così l’attore inglese Martin Freeman oggi al Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018 in occasione della presentazione del film Ghost Stories di Jeremy Dyson e Andy Nyman in cui è tra i protagonisti in programma al festival questa sera. Il film uscirà nei cinema italiani il 19 aprile con Adler Entertainment. Freeman riceverà, inoltre, il premio alla carriera del Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018. “La mia mamma – ha raccontato Freeman riferendosi a Psyco – mi ha spinto a guardarlo, ero piccolo e ho subito il fascino del cinema. Da lì poi ricordo di aver visto Guerre Stellari e tanti altri film”. Freeman ha poi risposto alle domande dei giornalisti che gli chiedevano il suo rapporto con il soprannaturale proprio perché Ghost Stories è un horror psicologico. “Prima di tutto – ha detto Freeman – non so se esista il soprannaturale o meno, come non lo sa nessuno. Sono aperto al fatto che qualsiasi cosa sia possibile, del resto stiamo facendo la conferenza stampa in un convento, teatro del soprannaturale. Anche mia madre è andata a scuola in un convento: religione e soprannaturale vanno di pari passo, non sono dogmatico, ritengo tutto sia possibile”. Alcune domande sono state rivolte poi sulla storica saga Lo Hobbit di Peter Jackson dove Freeman interpretava il personaggio Bilbo Baggins. “Per Lo Hobbit – ha raccontato l’attore inglese – abbiamo condiviso un sacco di momenti e spazi anche angusti e nonostante tutto non abbiamo mai litigato e abbiamo formato un legame quasi familiare”. Su Lucca e la Toscana l’attore inglese ha detto: ”in verità non ero mai stato a Lucca, ma mi si sono aperti gli occhi, sto tentando di convincermi in tutti i modi che la pioggia di oggi sia romantica, perché in verità ero scappato dall’Inghilterra sperando di trovare un altro clima. Ma la pioggia in Italia è un’altra cosa: è più bella”. ”Ritengo – ha poi affermato Freeman – che il cinema di genere non sia necessariamente il miglior veicolo, direi che il film di genere ha ormai permeato la discussione sulla cinematografia, tendiamo a categorizzare tutto. Io sono diventato attore perché amo le storie, e l’essere umano ha la necessità di sentire e raccontare storie. Recentemente ad esempio ho recitato in una piece teatrale a Londra incentrata sull’evoluzione del Partito Laburista negli ultimi 25 anni e ha molti elementi della commedia. Molte volte uno riesce a comunicare meglio attraverso l’umorismo: la risata per esempio apre un varco verso la comunicazione, pensate a Morto Stalin se ne fa un altro, ci faceva capire una parte di storia drammatica ma facendolo ridere. Uno humor intelligente riesce a comunicare messaggi in maniera molto più efficace di qualsiasi format”.

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