Banca Etruria a rischio prescrizione. Le vittime protestano al Tribunale
Sit-in di protesta dell’Associazione delle Vittime del Salvabanche, davanti al Palazzo di Giustizia di Firenze. Una trentina di persone, soprattutto ex obbligazionisti di Banca Etruria, con striscioni, megafoni e fischietti, hanno manifestato contro la decisione della Corte d’appello di Firenze di rinviare al 9 aprile 2019 il processo d’appello agli ex vertici della banca aretina per ostacolo alla vigilanza.
Nel processo di primo grado, tenutosi ad Arezzo, l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e il funzionario David Canestri sono stati assolti dall’accusa di aver impedito agli ispettori della Banca d’Italia di ottenere una chiara informazione sui profili relativi all’operazione Palazzo della Fonte, lo spin-off immobiliare che secondo la Procura configurava il reato di ostacolo alla vigilanza, anche se non il falso in bilancio, come pure era stato ipotizzato nella relazione ispettiva di Bankitalia da cui era nato il filone d’indagine. Il giudice Anna Maria Loprete ha assolto i tre imputati. Contro il proscioglimento deciso dal Gup del Tribunale di Arezzo, la Procura di Arezzo ha presentato ricorso, ma la settimana scorsa l’udienza a Firenze è saltata per un impedimento dei legali degli imputati e la nuova udienza è stata fissata alla primavera dell’anno prossimo. Sui reati contestati incombe la prescrizione.
«Vogliono privare i risparmiatori persino del diritto di avere giustizia», ha dichiarato Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione che riunisce gli ex obbligazionisti di Banca Etruria. «Nessuna meraviglia sul proseguo di un processo che si caratterizza sempre più come una facciata, un’operazione estetica necessaria, ma che di fatto – ha aggiunto Giorgianni – non porterà nessuno a scontare la pena. Il rinvio di un anno del nuovo procedimento che avrebbe dovuto prendere il via in seguito al ricorso presentato dalla Procura di Arezzo contro la prima sentenza di assoluzione dei tre imputati, è la prova evidente che alla fine nessuno prenderà la responsabilità di ciò che è accaduto in queste banche. Né gli organi di vigilanza, assolti dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, nonostante le evidenti inadempienze, e neppure gli amministratori di questi istituti». «Con il rinvio addirittura di un anno, è scontato e ovvio che si punti alla prescrizione del reato. Tutto questo – ha sostenuto Letizia Giorgianni – è inaccettabile, un’offesa ai risparmiatori, ma in generale a tutti i cittadini».