Anche Martina nel suo piccolo s’incazza: «È grave quello che succede nel Pd»
Anche Maurizio Martina nel suo piccolo s’incazza. Non è andato giù al segretario reggente del Pd il modo in cui è stato, prima incaricato di condurre le trattative con Di Maio e poi brutalmente scaricato da Renzi a urne del FVG appena chiuse. «In queste ore -tuona Martina – stiamo vivendo una situazione politica generale di estrema delicatezza. Per il rispetto che ho della comunità del Partito Democratico porterò il mio punto di vista alla Direzione Nazionale di giovedì che evidentemente ha già un altro ordine del giorno rispetto alle ragioni della sua convocazione». Per il reggente del Pd «servirà una discussione franca e senza equivoci perché è impossibile guidare un partito in queste condizioni e per quanto mi riguarda la collegialità è sempre un valore, non un problema. Ritengo ciò che è accaduto in queste ore grave, nel metodo e nel merito»,
Martina va giù duro: «Così un Partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società; si smarrisce l’impegno per il cambiamento e non si aiuta il Paese. Per questo continuo a pensare che il Pd abbia innanzitutto bisogno di una vera ripartenza su basi nuove»
Sei solo un arrivista, qualcuno lo capisce e ti manda a ……………………..
Lasciamo che si rompano le corna tra loro. Quanto al Di Maio, che voleva la spaccatura del centro-destra, mi basta la storiella vissuta: non è una barzelletta.
Un bambino di tre o quattro anni sta dicendo le preghiere. Al Padre Nostro dice tutto quanto piú o meno correttamente. Alla fine dice:
Non durci in tencione, ma liberaci da dimaio.
Il bambino è di una mia vicina di casa.
Mario Salvatore Manca
Maurizio Martina, tra te e Matteo Renzi c’è un abisso. Renzi ha purgato il PD delle scorie comuniste. Ha sbagliato per troppo protagonismo fornendo al popolo bue il classico capro espiatorio di cui ha sempre avuto bisogno.
Hanno detto tutti la loro ma se la dice Renzi apriti cielo. Che poi che volevano che dicesse era talmente logico a meno di non farlo passare per un pupazzo .