Aggressioni in corsia, l’Ugl manifesta con medici e sanitari a Palermo

18 Apr 2018 16:26 - di Redazione

Ugl sanità e medici Sicilia prenderanno parte sabato, a Palermo, alla manifestazione organizzata dagli Ordini dei medici della Sicilia per dire no alla violenza negli ospedali, nei pronto soccorso e contro il personale medico e sanitario. Al sit in, che si terrà alle 15.30, a piazza Politeama, parteciperà anche l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. “Avremmo voluto occuparci di altro, come ad esempio di batterci per una sanità che possa garantire ai siciliani cure sempre più efficienti ed efficaci, ma da qualche anno ci troviamo a fronteggiare il grave fenomeno delle aggressioni all’interno degli ospedali nei confronti dei sanitari – affermano i segretari regionali Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri – Apprezziamo la netta presa di posizione dell’assessore Razza che ci auguriamo possa trovare presto risposte concrete, come l’attivazione urgente a livello regionale di un tavolo permanente di crisi che veda la fondamentale partecipazione e la sinergia delle istituzioni governative, delle aziende sanitarie e delle rappresentanze dei lavoratori, per il monitoraggio della situazione e l’inasprimento delle misure attualmente in vigore”. E anche la categoria testimonia il disagio: “Oggi tutto il mondo della sanità in Sicilia avverte una sensazione: quella di essere in una fase di dismissione. Abbandonati a tutti i livelli, non presi in considerazione, con commissari quasi delegittimati dalla nuova politica perché imposti dal precedente governo e forse alle prese più con un loro ricollocamento politico che con i problemi effettivi degli ospedali. Speriamo che il nuovo governo ci aiuti perché così non si può andare avanti”. A dirlo è Antonio Iacono, direttore del Trauma center di Villa Sofia a Palermo, dopo l’escalation di aggressioni negli ospedali cittadini e della provincia. Sette in poche settimane. “Io stesso sono stato minacciato di morte dai familiari di un paziente che si trovava in una situazione critica – racconta -. Oggi andiamo a lavorare non sapendo cosa ci aspetta. Ci troviamo spesso in situazioni pesanti, al limite della sopportazione. La verità è che, al di là dei proclami, siamo abbandonati da tutti”.

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