Sgarbi fa pace con Musumeci, il chiarimento: «Mi rimangio tutto»

30 Mar 2018 13:41 - di Alberto Consoli

Pace fatta tra Vittorio Sgarbi e il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Dopo le numerose critiche e gli insulti riservati appena due giorni fa dal critico d’arte al governatore della Sicilia, che aveva definito “dipendente del M5S” affermando di avere “chiuso ogni rapporto umano e politico con Musumeci”,  Vittorio Sgarbi, assessore dimissionario ai Beni culturali, ci ripensa, e nel giorno del venerdì santo, annuncia di avere fatto marcia indietro. “Mi rimangio tutto – confessa all’Adnkronos – ho sentito Musumeci che mi ha chiamato al telefono e abbiamo fatto pace”.

Tutto dimenticato, quindi? Così sembra, dal momento in cui Sgarbi ha annunciato che Musumeci gli ha chiesto di volerlo come consulente ai Beni culturali nel suo Governo. A fare il primo passo è stato Sgarbi, a dire il vero, che ha inviato a Musumeci, sul cellulare, l’articolo pubblicato sul Corriere della Sera sulla mostra della Scuola di Palermo. “E lui – racconta ora Sgarbi – mi ha risposto: ‘Grande’, perché gli era piaciuto. Ma io gli ho replicato: ‘Resti un uomo senza parola. Hai tradito il nostro accordo’. A quel punto si vede che è sbottato e ha chiamato dicendo: ‘Ma come, continui a insultarmi? Io ti ho sempre difeso, non ho fatto niente. Non ho voluto neanche che facessero la mozione di censura. Io non ti ho fatto niente”.

L’equivoco

“L’equivoco – spiega ancora Sgarbi – è nato perché dopo la sua telefonata allarmata, io gli ho passato Berlusconi al cellulare per salutarlo e poi lui è sparito”. “Da un lato, ha mostrato una certa correttezza personale rispetto ai miei sfoghi. Rispetto alla vicenda dell’assessore non abbiamo più parlato – racconta ancora Sgarbi – E lui mi ha detto: “Dimmi cosa vuoi fare? Il consulente?”. Io sono andato in giunta per quattro volte. Ma è stato tempo inutile. Lui mi ha poi detto che non ha nulla contro di me e che mi sempre stimato e che è un mio amico e che non mi ha mai aggredito”. Sgarbi ha poi confermato le sue dimissioni da assessore ai Beni culturali, annunciati due giorni fa ai giornalisti. “Io chiudo le mie attività pregresse – spiega il critico d’arte – il 4 aprile mattina, inaugurando una mostra allo Steri. Mi ha anche chiamato il rettore Fabrizio Micari invitandomi a essere presente. Il 4 pomeriggio consegnerò le mie dimissioni e nella mattina farò l’incontro con la stampa. Il 3 alle 12 farò con Musumeci la photo opportunity per fare il saluto, Ci daremo la mano e ci abbracceremo e che ci lasceremo in pace”. Per Vittorio Sgarbi “c’erano due elementi che ci dividevano con Nello Musumeci – dice ancora – Io ritenevo di dovere rimanere almeno un altro mese e mezzo per capire che razza di governo nazionale faranno o non faranno, lui ritiene che io non abbia le caratteristiche dell’assessore. Io ho preso cappello quando lui non ha ricevuto il finanziatore del Tempio G, Guido Alberto Vitale”. “Lui, effettivamente, è stato composto e ha ribadito la sua disponibilità affettuosa – dice ancora Sgarbi – Io gli ho detto che avrei potuto anche affrontare la mozione di censura dei grillini ma lui voleva sottrarmi al ‘ludibrio’ in segno di amicizia. In compenso mi ha detto che l’ho ricoperto di insulti. Abbiamo due concezioni diverse del ruolo di assessore. Quindi, mi ha detto che dovrei fare il consulente. E’ stato particolarmente affettuoso, quindi mi rimangio tutto”. Ma Sgarbi non sa ancora se farà il consulente.

«Tu sei stato intelligente e composto»

Durante il colloquio con l’Adnkronos Sgarbi mostra i suoi ultimi messaggi inviati stamattina a Musumeci: “Mi fa piacere essermi riappacificato con te, mi ero irritato per le mancate risposte sull’incontro con il finanziatore Vitale. Ma sei stato intelligente ad avere mantenuto la compostezza. Ci vediamo martedì tra le 12 e le 13 a Palazzo d’Orleans”. Poi, parlando del suo successore, che dovrebbe essere il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa, Vittorio Sgarbi racconta: “Lui ieri ha detto che Musumeci gli ha chiesto la disponibilità a fare l’assessore il 16 marzo. Ma le cose sono andate un po’ diversamente da come le racconta”. E spiega: “Ho partecipato a una riunione del gruppo parlamentare di Forza Italia e in quell’occasione dissi a Gianfranco Miccichè che come successore volevo una persona di una certa levatura, io avevo pensato a Roberto Andò. Passano due giorni e, il 14 marzo, Miccichè mi dice: ‘Ho avuto un’idea. Ho pensato a Tusa e poi vediamo chi fare come direttore generale”. Perché negli ultimi giorni girava voce che Tusa dovesse sostituire l’attuale dirigente generale Maria Elena Volpes. “Io sono stato l’unico a non avere cambiato il direttore generale ma che ha lasciato quello scelto da Crocetta. Ma per un motivo di opportunità. La Volpes il primo aprile andrà in pensione e ho pensato che fosse inutile cambiarla per così poco tempo. A quel punto si è fatto il nome di Tusa come direttore generale”. Ma adesso Tusa dovrebbe prendere il posto di Vittorio Sgarbi, lasciando così vuota la casella del direttore generale ai Beni culturali. Quindi, il mio placet per Tusa è arrivato il 14 marzo e il 16 marzo Musumeci ha chiamato Tusa, quindi due giorni prima della telefonata di Musumeci al Soprintendente del Mare”.

Commenti

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  • Mauro 3 Aprile 2018

    Io l’avrei lasciato; Troppe offese da un quaraquaquà come Sgarbi. E’ ora di finirla, smettiamo di dargli spazio. Per quattro cazzate sull’arte, che conosce, non mi sembra giusto continuare a sentire le sue offese verso coloro che la pensano diversamente.