«Mi tremano le gambe». L’emozione delle matricole di Fratelli d’Italia

23 Mar 2018 17:17 - di Romana Fabiani

A chi tremano le gambe, chi dissimula i lucciconi agli occhi, chi pensa ai genitori, chi guarda i soffitti. Sono tanti i neoletti nel manipolo di Fratelli d’Italia a Montecitorio che passa da 9 deputati della scorsa legislatura a 32. Quarantenni, anni di militanza giovanile alle spalle o di volontariato sociale, si aggirano per il Transatlantico come bambini in un negozio di giocattoli alla vigilia di Natale.

Il manipolo dei neoeletti di Fratelli d’Italia: emozioni e pelle d’oca

A Mauro Rotelli tremano le gambe. Non lo ammette ma è così, fa la “spia» il capogruppo Fabio Rampelli molto soddisfatto della sua squadra. Ex assessore ai Servizi sociali del comune di Viterbo, un passato nel Fronte della Gioventù, Mauro affida a Facebook l’emozione del primo giorno di scuola. «Sveglia presto, a Roma il cielo è splendido. Colazione al bar, passaggio veloce a Termini, sguardi, abbracci e un bacio. Il taxi punta in centro, l’appuntamento con i colleghi per la foto è sulla scalette di San Luigi dei Francesi, la splendida chiesa con tre assoluti capolavori di Caravaggio. Si va a piedi da lì alla Camera, il gruppo occupa la destra dell’emiciclo spalle alla Presidenza, scelgo di andare più in alto possibile, mi fermo alle penultima fila, sono provvisorie. Alzo gli occhi, c’è mia madre sulla tribuna, proprio davanti a me. Mio padre ci guarda da un po’ più su… si inizia a votare, senza presidente non si può lavorare. Senso del dovere, onestà, abnegazione. Ve lo assicuro, il peso delle istituzioni si sente tutto, dubbi, ansie, paure scompaiono di colpo ricordando la passione, la fatica fatta, la tua terra. Siete tutti qui con me! Ma che giornata…».

La dedica di Ciro Maschio a Pasetto

Di «emozione indescrivibile» parla il veronese Ciro Maschio, capogruppo alla Regione Veneto di Fratelli d’Italia, che dedica la “vittoria” a Nicola Pasetto, storico rappresentante della destra veneta morto a soli 36 anni in un incidente stradale. «Varcata la soglia di Montecitorio, quando ho realizzato ciò che sta accadendo, il mio primo pensiero è andato al nostro Nicola Pasetto, e non sono riuscito a trattenere le lacrime. Proprio 30 anni fa iniziavo la mia militanza nel garage di Nicola e ricordo come fosse ieri la campagna elettorale del ‘92, nella quale per la prima volta conquistammo un parlamentare veronese del Msi. Non mi sarei mai sognato che un giorno mi sarei ritrovato qui – racconta Ciro – anche per questo darò tutto me stesso, per essere all’altezza di questo grande Onore. Ancora più bello – aggiunge – farlo trovando qui tanti fratelli coi quali ho condiviso anni e anni di militanza e percorso assieme, sempre e per sempre dalla stessa parte». Sorridente più del solito, Paolo Trancassini, sindaco di Leonessa e titolare de la Campana, il ristorante più antico di Roma (500 primavere) a due passi dal Palazzo della politica. «Sì sono felice», dice chiacchierando con i colleghi. Elegante-sportivo, il popolarissimo sindaco della città reatina confessa in Transatlantico una grande emozione: «Altrochè, inutile minimizzare, questo posto è speciale e il peso della nuova avventura è forte». Non è meno emozionata Maria Teresa Bellucci, presidente del Modavi (movimento delle associazioni di volontariato italiano), visibilmente entusiasta del battesimo parlamentare. «Oggi – si legge sulla sua pagina Facebook – con il giuramento alla Camera dei deputati, inizia questo entusiasmante impegno al servizio dei Fratelli e delle Sorelle d’Italia». Solare e determinatissima, Maria Teresa ha un curriculum di tutto rispetto, laureata in Psicologia clinica e di comunità, è docente di Psicologia Generale alla “Sapienza” di Roma, e da anni è impegnata in Italia e all’estero nell’assistenza e tutela dell’infanzia e nel contrasto alle dipendenze patologiche.

Mollicone: rappresenti il popolo e devi esserne degno

Ritorna in Parlamento un’altra donna dal passato denso di passione civile e militanza. Paola Frassinetti, avvocato, milanese, già deputata con Alleanza nazionale e il Popolo della libertà. «È sempre una grande emozione sedere in questi banchi, penso ai miei sostenitori, ai miei elettori, ai miei amici, alla mia famiglia, a mamma e papà che mi guardano dal cielo, ma soprattutto ringrazio Giorgia Meloni, e la mia Comunità politica lombarda di FdI che mi hanno consentito di essere di nuovo qui». Tra le new entry anche Federico Mollicone, militante giovanissimo della sezione di Colle Oppio, già presidente della commissione Cultura del Comune di Roma, colto, determinato, istrionico. «Pur avendo fatto il consulente nelle commissioni bicamerali per anni devo riconoscere che entrare nell’Aula di Palazzo Montecitorio mi ha fatto provare una forte emozione. Rappresenti il popolo. E devi esserne degno», racconta Federico, testimonianza vivente che si può fare politica per decenni anche senza pennacchi. Figlio d’arte, Mollicone ha resistito alle alterne fortune, lavorando anche lontano dai riflettori. «Abbiamo costruito una casa per la Destra e tutti coloro che ci credono davvero possono dare un contributo, eletti o meno che siano». Ed è emozionante – scrive su Facebook il 19 marzo –  «per me essere proclamato oggi, giorno in cui si festeggiano i padri, perché a mio padre  (quel bambino nella foto sopravvissuto ai bombardamenti di Cassino) devo tutto».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *