Grillo e Di Maio corteggiano Salvini: «Quando dice una cosa la mantiene»

25 Mar 2018 19:15 - di Ginevra Sorrentino

Prove tecniche di corteggiamento: il Movimento 5 Stelle, “sedotto” dall’affidabilità politica di Salvini, tenta l’avvicinamento a destra senza neppure provare a mitigare il giudizio entusiastico (dell’ultim’ora), rilasciato senza se e senza ma sull’uomo e sul politico di rango. E in un coming out a favore di telecamera (quelle dei tg che assiepavano l’ingresso dell’Hotel Forum romano, appena lasciato dal fondatore del Movimento), rivela ai microfoni, testualmente, che Salvini? «È uno che quando dice una cosa poi la mantiene, e questa è una cosa rara».

Grillo e Di Maio politicamente “sedotti” da Salvini?

Un triplo carpiato improvvisato estemporaneamente da Grillo, che fa sgranare gli occhi e lascia a bocca aperta tutti coloro i quali, in questi ultimi anni, ne hanno sentiti di florilegi e di epiteti coloriti indirizzati dal comico ligure al leader del Carroccio: e chissà, forse il primo a essersene stupito sarà stato proprio Matteo Salvini, descritto dall’antagonista come un diamante in mezzo a tante pietre grezze sempre in vetrina, ma poco spendibili. Eppure, come noto, e come ricordava soprattutto il Giornale pochi giorni fa – e ancora pochi minuti fa con un servizio dedicato online all’inattesa giravolta grillina – «i rapporti tra i due non sono stati mai idilliaci, anzi. Dal 2009 gli insulti e i fiumi di inchiostro al vetriolo contro Salvini si sono sprecati». E tra indici puntati contro impresentabilità, ladrocini e alto tradimento politico, il Torquemada a cinque stelle ne ha ordite di inquisizioni e abiure contro il leader e il popolo leghista. Oggi, però, tutto sembra dimenticato e superato. Anzi, addirittura nobilitato da una nuova investitura sublimata dalla sentenza elettorale e condivisa e rilanciata da un’apertura al dialogo tra i due schieramenti in campo, indispensabile per l’elezione dei presidenti delle Camere.

Il M5S sdogana il dialogo e i rapporti con la Lega

E così, lo stesso Delfino di Grillo, Luigi Di Maio, in un’intervista al Corriere della Sera dove, quanto alla “trattabilità”, dei ministeri ribadisce che «se si dovrà parlare dei nomi dei ministri lo deciderà Sergio Mattarella e sarà con lui che se ne parlerà. Con le forze politiche parleremo di temi, perché così non ci saranno più scuse per non affrontare i problemi della gente», dopo essersi dichiarato «ottimista sulla possibilità di evitare un rapido ritorno alle urne», quanto al rapporto con Salvini, conferma (il giudizio di Grillo): «Il leader leghista ha dimostrato di essere una persona che sa mantenere la parola data». Così, quando gli viene chiesto se governerebbe con lui anche solo per rifare la legge elettorale, Di Maio risponde: «Noi abbiamo dimostrato di essere aperti a tutti per il bene del Paese, purché il dialogo e il confronto restino incentrati sulle priorità dei cittadini e non delle forze politiche: taglio delle tasse, superamento della legge Fornero, welfare per le famiglie, lotta alla disoccupazione giovanile». Che, a ben vedere, sono proprio alcuni dei punti chiave del programma di Salvini. Sarà un caso?

 

 

 

 

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