Firenze, Pirrone ribadisce: non sono razzista, non ho sparato perché nero
“Non sono un razzista, non gli ho sparato perché un nero. Non ho fatto caso al colore della pelle, ho sparato al primo che passava per strada”. Così Roberto Pirrone, pensionato di 65 anni, ex militante del Pci, ha risposto alle domande del gip del Tribunale di Firenze, Alessandro Moneti, nell’interrogatorio di garanzia oggi nel carcere di Sollicciano. Pirrone, che lunedì mattina ha ucciso il senegalese Idy Diene, 54 anni, sul ponte Vespucci, ha escluso di aver agito con un movente razzista. Al giudice Moneti, Pirrone ha raccontato anche di essere amico di alcuni senegalesi, con cui in passato ha lavorato. Pirrone poi ha raccontato di non ricordare bene cosa è successo in quegli attimi sul ponte Vespucci, dove si era recato – confermando la prima versione fornita al pm Giuseppe Ledda – per togliersi la vita con la pistola per una serie di problemi economici che l’affliggono. L’udienza di convalida dell’arresto è durata quasi due ore. “Pirrone è disperato e affranto per cioè che è accaduto. Vorrebbe buttarsi ai piedi della moglie e chiedere perdono. Ma esclude categoricamente il movente razziale”, ha detto l’avvocato Francesca Capei Chiaromanni, legale di Roberto Pirrone, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto nei confronti del tipografo in pensione che lunedì mattina ha ucciso sul ponte Vespucci il venditore senegalese Idy Diene a colpi di pistola.