Ci mancava il terrorismo baltico: “E’ ora di ammazzare i bambini all’asilo” (video)

16 Mar 2018 14:38 - di Giovanni Trotta

Ora ci mancava anche il terrorismo baltico: è stato arrestato ieri, su segnalazione dell’Fbi, un uomo di orgine lettone o lituana, ancora non si capisce, che deteneva in casa esplosivi e armi. La polizia italiana incredibilmente minimizza, sostenendo che ancora non si sa se si tratta di terrorismo. Certo è che se nom fosse stato per gli americani, il giovane avrebbempotto mettere in atto i suoi deliranti propositi. Una foto che lo ritrae con una pistola in mano e la frase choc: “#schoolshooting è ora di ammazzare i bambini dell’asilo”. E’ l’immagine postata sul proprio profilo Instagram dal giovane baltico arrestato dalla Polizia a Viterbo per possesso di materiale utile al confezionamento di ordigni esplosivi. Ancora: un autoscatto in cui impugna una pistola e scrive “ora uscirò e farò una strage all’asilo”, un’altra foto postata sui social insieme a una sostanza, forse nitrato di potassio, in cui aggiungeva: “Questo fa saltare in aria tutto”. E ancora una foto con un commento inneggiante all’attentatore di New York che, ad ottobre scorso, con un camion ha investito e ucciso su una pista ciclabile otto persone Sono alcune delle immagini postate sui social dal 24enne di origine lettone arrestato a Viterbo. Se non basta questo per parlar edi terrorismo, unitamente agli esplosivi, davvero non sappiamo cosa dire. Ricostruiamo i fatti: ieri la polizia di Viterbo, diretta dalla locale procura, ha arrestato nel capoluogo della Tuscia un 24enne cittadino italiano di origine lettone per possesso di materiale utile al confezionamento di ordigni esplosivi. L’indagine, coordinata dal Servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo esterno della Dcpp/Ucigos, ha rappresentato il risultato di un collaudato sistema di prevenzione alla minaccia terroristica che si è avvalso di canali di collaborazione internazionale e dello stretto rapporto operativo tra gli apparati centrali e territoriali della Polizia di Stato. L’indagine è scaturita da una segnalazione del Fbi statunitense relativa ad alcune espressioni di apprezzamento sui social media, postate dall’Italia nei confronti di Sayfullo Saipov, l’estremista islamico che il 31 ottobre 2017 a New York con un camion ha investito su una pista ciclabile otto persone, provocandone la morte. Gli accertamenti effettuati dal Servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo esterno della Dcpp/Ucigos hanno permesso di identificare subito l’autore dei post nel giovane arrestato che, secondo quanto fa sapere la polizia, non si era mai evidenziato prima sotto il profilo politico/religioso. Il lettone è stato immediatamente sottoposto ad accertamenti informativi e a strettissimo monitoraggio da parte della Digos di Viterbo. Al termine di una perquisizione, alla quale hanno partecipato unità cinofile antisabotaggio e specialisti della polizia delle telecomunicazioni, sono stati sequestrati diversi precursori per la fabbricazione di ordigni artigianali nonché un manufatto cilindrico di cartone, riempito di polvere di natura non ancora accertata, cui erano state incollate numerose monete di piccole dimensioni. Nell’abitazione sono stati anche trovati un fucile e due pistole ad aria compressa, un cosiddetto ”tirapugni” oltre ad alcune apparecchiature informatiche. Ieri il gip ha convalidato l’arresto del giovane 24enne disponendo la sua custodia cautelare in carcere per possesso di materiale utile al confezionamento di ordigni esplosivi, reato spia, sul quale sono in corso accertamenti per eventuali altre ipotesi di reato.

“Abbiamo appreso dell’arresto dalla stampa, intanto mi complimento con le forze dell’ordine per il lavoro svolto. Adesso dobbiamo effettuare una serie di verifiche, perché le notizie sono ancora frammentarie. Stiamo parlando con le autorità, per vedere innanzitutto se davvero è un cittadino lettone”. Lo ha detto l’ambasciatore della Lettonia in Italia Artis Bertulis, in questi giorni a Palermo, parlando dell’arresto del giovane lettone a Viterbo. “Faremo un lavoro istituzionale per stabilire se è davvero lettone – dice ancora l’ambasciatore – anche perché, finora, nessuno ha chiesto aiuto all’Ambasciata e di solito se c’è un cittadino lettone detenuto l’avvocato si rivolge immediatamente all’Ambasciata”. E conclude: “Naturalmente siamo cittadini europei e dobbiamo fare il possibile per avere sicurezza sulle nostre strade. Finora non ci sono stati collegamenti tra la Lettonia e l’Isis”.

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