Choc a Lecce, chiama a casa la dottoressa e tenta di stuprarla durante la visita
Ancora una volta una donna medico in prima linea e un presunto paziente pronto ad abusare di lei. Ancora una volta siamo costretti a dare conto – e proprio nel giorno in cui nel mondo si celebra la giornata della donna – dell’ennesimo tentativo di stupro. Dell’ultimo atto di sopraffazione violenta. la vicenda arriva da Lecce e ancora una volta coinvolge, dopo il caso della collega barese, una professionista pugliese nella trincea di una guarda medica.
Dottoressa vittima di un tentativo di stupro
I fatti, tristemente simili al drammatico precedente barese, raccontano di una richiesta di intervento domiciliare urgente da parte di un paziente e della risposta sollecita garantita dalla guardia medica. In base a quanto fin qui trapelato, la dottoressa, infatti, avrebbe raggiunto l’abitazione di un uomo per una visita domiciliare, prestazione prevista in casi di necessità urgente: solo che, una volta a destinazione, il paziente avrebbe tentato un approccio fisico violento. La donna fortunatamente è riuscita a divincolarsi dalla morsa del suo aggressore e a scappare, solo che , per una questione di pudore, almeno fino a poche ore fa era decisa a non denunciare l’accaduto. Ora, però, determinata a riferire tutto all’Ordine dei Medici, con ogni probabilità presenterà denuncia formale alle forze dell’ordine. Nel frattempo, a denunciare quanto subito dalla dottoressa e a presentare formale protesta per quanto accaduto, ha provveduto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli che, volendo far arrivare attraverso il presidente dell’Ordine dei medici di Lecce, Donato De Giorgi, la vicinanza della Fnomceo «alla collega, all’Ordine, ai medici tutti», ha messo nero su bianco come, «proprio oggi, 8 marzo, giornata dedicata alla celebrazione della donna, siamo costretti a registrare la notizia di una nuova aggressione a una collega di guardia medica che, in provincia di Lecce, avrebbe subito un tentativo di violenza sessuale da parte di un paziente dal quale si era recata per effettuare una visita domiciliare».
La denuncia dell’Ordine dei medici
Non solo: «Ogni volta che un medico è aggredito – prosegue la denuncia di Anelli – è come se fossero colpiti tutti i medici, come se fosse ferita l’intera professione. Di più, ogni volta è come se il Servizio sanitario nazionale fosse attaccato, disgregato un pezzo alla volta. Cosa farà ora questa collega? Con quale serenità potrà accogliere un paziente che bussa alla porta di un presidio non sicuro, che la chiama nella notte in un luogo isolato? Ogni volta che un paziente aggredisce un medico, altri pazienti ne faranno le spese, e riceveranno cure meno adeguate, più frettolose, magari a distanza. Per questo diciamo che chi aggredisce un medico aggredisce se stesso, e tutti noi». «Il prossimo martedì 13 marzo, alle 12 al ministero della Salute, si insedierà finalmente l’Osservatorio nazionale sulla violenza degli operatori sanitari – conclude quindi Anelli –. Facciamo appello al ministro Beatrice Lorenzin affinché riferisca in Osservatorio e coordini con il presidente Emiliano un programma di interventi finalizzato alla risoluzione definitiva del problema. L’aggressione è solo la punta dell’iceberg di una situazione generalizzata, nella Regione Puglia ma anche in altre Regioni, che porta le colleghe ad avere paura, tanto da pensare di autotassarsi per finanziare un bodyguard che le accompagni nei turni. Questo, però, significherebbe rinunciare allo stipendio, e fare i turni di guardia medica gratis o addirittura rimettendoci».