A.A.A. cercasi disperatamente Mark Zuckerberg. Ma lui tace

21 Mar 2018 14:26 - di Redazione

Tutti lo cercano, nessuno sa dove si trovi. Lui intanto si trincera dietro un silenzio impenetrabile. Ma sa che dall’Ue al Congresso statunitense, fino al Parlamento britannico, tutti si aspettano chiarimenti. La domanda è: dove è finito Mark Zuckerberg? Dopo la bufera sul caso Cambridge Analytica, che ha travolto il colosso di Menlo Park, il fondatore di Facebook è stato convocato a Londra e a Bruxelles per far luce sulla vicenda dei dati personali di 50 milioni di utenti finiti nelle mani della società di big data Cambridge Analytica, sottratti al social per fini elettorali.

Il silenzio di Zuckerberg

Stati Uniti ed Europa pretendono risposte. Ma Zuckerberg continua a tacere. Dal social network, intanto, ieri è arrivata una breve dichiarazione: «Mark, Sheryl (Sandberg, la vice di Zuckerberg) e i loro team stanno lavorando giorno e notte per chiarire tutti i fatti e prendere le decisioni più appropriate. L’intera azienda – prosegue la nota – è indignata per il fatto che siamo stati ingannati. Siamo impegnati a rafforzare vigorosamente le nostre policy per proteggere le informazioni personali degli utenti e prenderemo qualunque iniziativa affinché ciò accada». Secondo la Bbc, lo scandalo che ha travolto la società «potrebbe essere la più grande crisi che Facebook abbia mai affrontato dalla sua fondazione». Quali sono le responsabilità di Facebook? Come sono stati gestiti i dati di milioni di utenti? Poche sono le certezze, molti i dubbi. Intanto il capo della sicurezza della compagnia, Alex Stamos ha smentito i rumors della stampa secondo i quali starebbe per fare un passo indietro. «Nonostante le voci, resto pienamente impegnato nel mio lavoro a Facebook», ha chiarito su Twitter, aggiungendo però che il suo «ruolo è cambiato». «Attualmente – scrive – sto passando più tempo a esplorare dei rischi sulla sicurezza e a lavorare sulla sicurezza delle elezioni». Ma le indiscrezioni, che continuano a rimbalzare sulla stampa estera, lo danno in partenza a breve. Quanto al fondatore di Facebook, il silenzio dietro il quale si è barricato potrebbe costargli caro sia in termini di popolarità sia di credibilità.

L’hashtag “cancella Facebook”

Oltre all’hashtag #deleteFacebook, “cancella Facebook”, lanciato sui social e diventato virale in rete, l’azienda ha convocato per venerdì un’assemblea di tutto il personale. Lì sono attesi lo stesso Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg che dovranno chiarire ai dipendenti ogni singolo aspetto della vicenda. La Bbc, inoltre, ricorda quando venne suggerito che la Russia avrebbe potuto usare il social network per interferire nelle elezioni del 2016. Allora Zuckerberg descrisse l’eventualità come “un’idea piuttosto folle”, salvo poi ritrattare. Stavolta però, è diverso. La tempesta che si è abbattuta su Facebook è di tutt’altra portata. Come ha scritto Hugo Rifkind sul Times, quello che è successo ora è che la più grande e potente piattaforma di social media, è passata dal vendere prodotti al vendere politica. E ora sono in tanti a pretendere spiegazioni.

In Italia pronta una class action

E in Italia il Codacons annuncia: «Se lo scandalo “datagate” che sta investendo Facebook coinvolgerà anche gli utenti italiani, scatterà una class action contro la società di Mark Zuckerberg». «Al pari delle associazioni dei consumatori americane che sono scese legalmente in campo contro il social network – si legge in una nota – il Codacons sarà la prima organizzazione italiana a depositare una class action contro Facebook. Se saranno accertate condotte illecite circa l’uso dei dati sensibili degli utenti, la loro profilazione a fini politici e l’avvio di campagne di comunicazione a carattere elettorale, chiameremo la società a rispondere dei danni prodotti ai cittadini italiani iscritti al social network».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *