Usa: Trump firma il bilancio federale, scongiurato il blocco amministrativo

9 Feb 2018 17:23 - di Redazione

Donald Trump ha firmato la legge sul bilancio federale, approvata dopo una maratona notturna, prima dal Senato e poi dalla Camera dei rappresentanti. Scongiurato il rischio di un prolungamento dello shutdown, cioè il blocco automatico delle attività amministrative prive di coperture finanziarie, puntualmente scattato alla mezzanotte di ieri.

Trump: «La trattativa sugli immigrati comincia ora»

La legge di bilancio è stata approvata con 240 voti favorevoli e 186 contrari, con gran parte dei democratici che hanno votato contro il testo, nonostante fosse il frutto di un accordo bipartisan. Questo perché lo speaker (cioè il presidente) della Camera, Paul Ryan, non ha fornito loro l’assicurazione che verrà discussa una proposta di legge in tempi brevi per garantire le protezioni di dreamer, i giovani immigrati protetti finora dal Daca (è il nome del relativo programma) abolito da Trump e che ora sono a rischio espulsione. Ma l’assicurazione è arrivata direttamente dallo stesso presidente Usa: «Le trattative sul Daca – ha twittato subito dopo aver apposto la propria firma alla legge di bilancio – cominciano ora!».

Lo shutdown è durato solo due ore

Un modo per ribadire che America first non è soltanto lo slogan con cui ha vinto la campagna elettorale del 2016, ma è un impegno concreto. Trump, infatti, ha volutamente posposto la questione dell’immigrazione a quella del bilancio. E non solo per scongiurare lo shutdown, ma soprattutto per far emergere quelle che ritiene le priorità della sua Amministrazione, a cominciare dagli armamenti e dalla difesa dell’occupazione. Non è un caso che nei post seguiti alla firma sul bilancio, il suo primo pensiero l’Inquilino della Casa Bianca lo abbia rivolto alle forze armate: «Le amiamo, abbiamo bisogno delle nostre forze armate e diamo loro di tutto e di più. Una cosa del genere non succedeva da tanto tempo». Questo significa, ha aggiunto, «anche posti di lavoro! Posti di lavoro! Posti di lavoro!».

 

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