Un bel selfie? Meglio un «autoscatto»: il Devoto-Oli invita a “Dirlo in italiano”
“Dirlo in italiano” si può. E il Devoto-Oli ci spiega come. In occasione dei 50 anni dalla sua prima edizione, il notissimo dizionario, che ha accompagnato generazioni di studenti – e non solo – nell’uso corretto della lingua italiana, si presenta in una veste completamente rinnovata. Un lavoro di riprogettazione e riscrittura durato tre anni, che ha portato anche alla creazione di tre nuove rubriche di «pronto soccorso linguistico», che guardano in particolare alle sfide poste alla nostra lingua dall’esterofilia e dai social.
Selfie e brand? Il nuovo Devoto-Oli offre le alternative
Curato dagli italianisti Luca Serianni e Maurizio Trifone, il nuovo Devoto-Oli sarà presentato in anteprima nell’ambito degli appuntamenti culturali della Scuola Fenysia di Firenze, lunedì 26 febbraio, alle ore 17, a Palazzo Pucci. Ma alcune anticipazioni sono state già fornite. Tra queste il fatto che il dizionario presenta 75mila voci, 250mila definizioni, 1500 neologismi (tra cui «fake news» e «ciaone») e le nuove rubriche, nate dalla volontà di accendere l’attenzione sulla contemporaneità del linguaggio e sul suo stato di salute nell’epoca dei social. Si inserisce, dunque, in questo contesto “Dirlo in italiano” che offre, per ogni parola anglofona che usiamo senza riserve, un’alternativa nella nostra lingua. Si vuole un «feedback»? Si può chiedere una «risposta». Si parla di un «brand»? Si può tranquillamente dire «marca». Ci si vuole fare un bel «selfie»? Un «autoscatto» viene bene lo stesso.
La battaglia «necessaria» per la lingua italiana
Riappropriarsi delle sfumature di una lingua, non barattare con niente la sua ricchezza, avere un’adeguata padronanza dello stile, secondo Serianni e Trifone, è «una sfida fondamentale alla luce dei dati allarmanti sull’analfabetismo funzionale nel nostro Paese diffusi dall’Ocse». A parlare del Nuovo Devoto-Oli saranno il linguista Luca Serianni e il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini. Modera Lucia Rossi. La Scuola Fenysia, fondata da Alba Donati, adotterà il Dizionario per i suoi iscritti, «nella convinzione che una battaglia per la lingua sia necessario avviarla».