Stazione Termini, calci e pugni a una donna. E la Raggi continua a “dormire”
È terra di nessuno, la Stazione Termini. Al centro di Roma. Violenza cieca, aggressioni. Una dopo l’altra. E le istituzioni non intervengono, non dicono una parola, fingono di non vedere e di non sentire. Virginia Raggi tace, inghiottita dal nulla prodotto dal Campidoglio. La gente protesta, «abbiamo paura». Paura non solo di camminare per le strade limitrofe, ma persino di fare il biglietto nei corridoi della metropolitana. E le cronache registrano l’ennesimo episodio alla Stazione Termini. Aggredita e rapinata nel cuore della Capitale a pochi passi dall’albergo prenotato per la notte. Manuela Giaretta, direttore della centrale di programmazione della Regione Lombardia, come riporta il Messaggero, era venuta a Roma per un impegno al ministero. Voleva godersi qualche ora di riposo, ma quella passeggiata a ridosso dell’ora di cena si è trasformata in un incubo. «Sono stata scaraventata contro un muro. Presa a calci e pugni alle spalle». La manager si trovava in via Cernaia, una parallela di via Venti Settembre, la strada vicino alla Stazione Termini.
La Stazione Termini fa paura
Una zona che fa paura: da settembre del 2017 a un mese fa sono stati aggrediti un turista tedesco, un’altra ragazza è stata minacciata e aggredita con un coltello e una finalandese è stata violentata. L’ultima vittima è la manager milanese. Il rapinatore, un marocchino di 34 anni, dopo averla colpita le ha strappato di mano lo smartphone e poi è scappato. Era convinto di averla fatta franca. Non sapeva che un giovane italiano aveva assistito alla scena e che dopo aver avvisato le forze dell’ordine si era messo ad inseguirlo sul motorino per non perderlo di vista. Facile beccarlo. In passato l’uomo si era macchiato di reati analoghi: meno di due settimane fa era stato scarcerato da Rebibbia dove è tornato in attesa del processo.