Sessant’anni fa la “Superga inglese” del Manchester United a Monaco

6 Feb 2018 17:46 - di Antonio Pannullo

Pochi lo ricordano, ma anche l’Inghilterra ha avuto la sua Superga, il suo disastro aereo in cui morirono calciatori, allenatori e giornalisti. Il 4 maggio del 1949 il Grande Torino fu annientato sul monte da cui prende nome la tragedia, presso la basilica: non vi furono superstiti, morirono 27 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio. Nove anni dopo, il 6 febbraio 1958, l’aereo che trasportava il Manchester United F.C. si schiantò in fase di decollo all’aeroporto di Monaco di Baviera, a causa del terreno reso impraticabile da neve e fango: dei 38 passeggeri e 6 dell’equipaggio, morirono in 23 e sopravvissero in 21. Si trattava del volo 609 della Bea, la British European Airways diretto da Monaco-Riem, allora Germania Ovest, a Manchester. Il velivolo, un charter, era un Airspeed Ambassador.

L’aereo trasportava gli allora famosissimi giocatori del Manchester United soprannominati The Busby Babes, ossia i ragazzi di Matt Busby, l’allenatore che aveva portato una generazione di giovanissimi nella prima squadra dei Diavoli rossi. Il Manchester tornava da Belgrado dove si era qualificato contro la Stella Rossa per la semifinale della Coppa dei Campioni e aveva fatto scalo a Monaco per rifornirsi di carburante. Per tornare a Manchester, il pilota James Thain tentò due volte di decollare, ma la pista era corta e uno dei motori aveva un problema, così per il terzo tentativo utilizzò una pista più lunga, che però nella sua parte finale era ostruita da neve mista a fango. Così arrivò alla fine della pista con un velocità troppo bassa per decollare e troppo alta per interrompere il decollo. Il velivolo sfondò la rete di recinzione finendo su una casa, in quel momento vuota, le ali si strapparono e la fusoliera finì in un capannone dove c’era un camion pieno di carburante e degli pneumatici stoccati, che esplose. I tedeschi intentarono causa contro il pilota, ma l’inchiesta dimostrò che la causa era il ghiaccio sulla pista, cosa che portò a nuovi standard per il ghiaccio negli aeroporti. Il pilota fu prosciolto ma fu licenziato dalla Bea e mai più reintegrato. Morì di infarto nel 1975, a 53 anni. Nello schianto perirono otto giovanissimi calciatori, tre membri dello staff del Manchester, otto giornalisti inglesi e quattro membri dell’equipaggio. Tra i sopravvissuti vi fu Bobby Charlton, che negli anni successivi, insieme a George Best e Denis Law, formò uno dei trii d’attacco più forti di tutti i tempi. Quando, dieci anni dopo, Charton alzò la Coppa dei Campioni vinta a Wembley contro il Benfica di Eusebio, lo fece anche in nonme dei Busby Babes.

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