Sequestrata, abusata e rapinata: la notte da incubo di una turista inglese

20 Feb 2018 15:23 - di Redazione

Senza rendersene conto, si era messa in trappola da sola: e dopo aver passato una serata con le amiche, era salita su una macchina convinta fosse un taxi. Ma quella su cui era salita non era l’auto l’auto che l’avrebbe portata al sicuro, a casa, ma il mezzo che l’avrebbe traghettata nell’incubo di una notte palermitana che non avrebbe potuto dimenticare mai più. Una notta di violenze e di abusi. Una notte in cui, dopo essere stata sequestrata, violentata e rapinata, una turista inglese ventenne è sprofondata in un orrore indelebile che ha segnato il corso della sua vita.

Turista inglese violentata a Palermo

Oggi, per quella notte di terrore e di brutalità reiterate, un palermitano di 46 anni è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Palermo con l’accusa di violenza sessuale, rapina e sequestro di persona. L’uomo, che ha precedenti per i reati di rapina, lesioni, porto abusivo di arma, è un lavoratore precario ex Pip. I fatti risalgono al maggio dell’anno scorso, quando la giovane cittadina inglese residente a Palermo da qualche mese, dopo avere trascorso la notte con alcune amiche presso diversi locali, si era ritrovata da sola in via Roma intorno alle 4 del mattino ed era salita su una macchina credendo si trattasse di un taxi. L’autista, però, invece di riportarla a casa l’aveva condotta in un luogo isolato, a Brancaccio, dove in auto aveva abusato di lei e l’aveva rapinata del cellulare e dei soldi, abbandonandola al buio. La ragazza aveva camminato tra i rifiuti ed era riuscita a raggiungere l’autostrada e solo dopo avere percorso più di un chilometro aveva trovato soccorso.

Le indagini sul profilo genetico dell’aggressore

Le indagini iniziate immediatamente sono state molto articolate e complesse e hanno permesso di individuare l’indagato del quale si era in possesso solo di alcune immagini sfocate e del modello e colore dell’auto. Determinante è stato anche il ruolo del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica che attraverso gli operatori del laboratorio di biologia ha individuato sui vestiti della donna il profilo genetico dell’aggressore e lo ha confrontato con quello estratto dai reperti che, con grande abilità, sono stati acquisiti dal personale della squadra mobile, identificando una volta per tutte l’autore del grave reato. Al termine delle indagini, dunque, il provvedimento è stato emesso dal Gip Roberto Riggio, su richiesta della pm Giorgia Righi del pool dei reati sessuali, coordinato dal Procuratore aggiunto Ennio Petrigni.

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