Romeo e Giulietta gay: a Verona è polemica sullo slogan “Sposa chi vuoi”
Romeo e Giulietta gay? No, grazie. L’inno alle nozze omosessuali “Sposa chi vuoi”, in occasione della fiera Verona Sposi, è stato bocciato dal Comune di Verona. A firmare il “no, grazie”, l’assessore alla Trasparenza, Edi Maria Neri. Con una lettera alla wedding planner Silvia Cassini ha invitato a rimuovere in uno stand della fiera scaligera, immagini e slogan allusivi verso i matrimoni omosessuali. A cominciare, appunto, dall’hastag, “Sposa chi vuoi”. Dietro la cortesia dell’invito, la fermezza dell’imposizione. “Assurdo”, aveva commentato la stessa titolare dello stand, il giorno dell’inagurazione. «Ma a casa propria ognuno prende chi vuole. Questo slogan non è passato perché il riferimento era il contrario della famiglia tradizionale: il target, l’ideologia a cui si rifà questa Amministrazione», ha tagliato corto l’assessore della giunta di centrodestra.
A Verona la giunta di centrodestra ribadisce: il matrimonio è solo tra uomo e donna
Ancora più esplicita la posizione del capogruppo leghista, Vito Comencini: «Il messaggio dello stand “Sposa chi vuoi” è già aberrante nel titolo. In sostanza racchiude un significato anarchico e amorale del matrimonio: se uno amasse il suo cane e volesse sposarlo, perché allora non potrebbe farlo? In Italia il matrimonio, che piaccia o no, è l’unione tra uomo e donna e tale deve restare. Occorre, invece, che lo Stato pensi alla tutela e a un aiuto alle famiglie». Insomma, «le trovate di marketing non possono affossare i valori – ha sottolineato l’esponente del Carroccio -. Bene ha fatto l’assessore Neri a frenare l’allestimento di stand palesemente contrari alla famiglia tradizionale, che rischiava di trasformarsi in propaganda relativista a favore di altre unioni che nulla c’entrano con la famiglia composta da mamma e papà». E mentre il Pd e l’intero centrosinistra protestano, l’associazione gay Pink, tira scomoda Romeo e Giulietta: «Verona è sempre meno città dell’amore e sempre più patria dei diritti negati – afferma una dichiarazione -. Giulietta e Romeo si stanno rivoltando nelle loro tombe, ammesso che siano esistiti, perché in queste ore Verona ha tradito la sua missione di città dell’amore».
che bravo sto assessore