«Più turisti, meno migranti»: Lombardi vuole i voti di destra, ma rimedia solo insulti
Roberta Lombardi tenta un’altra carta per accattivarsi la simpatia degli elettori di centrodestra. E, dopo la rivelazione sulle simpatie missine dei suoi genitori, si gioca il tema dell’immigrazione. Ma l’uscita della candidata del M5S alla presidenza della Regione Lazio è così maldestra e così forzata che perfino i vertici del suo partito sono costretti a disconoscerla pubblicamente. Mentre chi di centrodestra lo è davvero, come Stefano Parisi, non può che prende atto che si tratta di «una stupidaggine».
Lombardi ricoperta di insulti
«Quando penso alle province del Lazio e ai suoi borghi penso ad accogliere più turismo, che rilancia l’economia locale, e meno migranti, che invece pesano sull’economia locale. Non è questione di destra o di sinistra, ma di buon senso», si legge su una delle locandine elettorali pubblicate dalla candidata pentastellata. Un ammiccamento propagandistico piuttosto evidente a un elettorato che è stufo dell’immigrazione incontrollata e che certo non può trovare il suo punto di riferimento nel M5S. Ma anche una gaffe politica che non può passare inosservata, vista l’assoluta gratuità dell’accostamento e della sortita, che non a caso ha avuto un effetto boomerang. Lombardi si è ritrovata subissata di critiche arrivate da tutti i fronti, primo fra tutti quello degli elettori e dei supporter del suo stesso movimento: su Facebook con decine e decine di commenti le hanno dato della «razzista», della «qualunquista» e anche della «rinco…», solo per citare alcuni degli epiteti non esattamente lusinghieri che le sono stati riservati. Una tendenza che non si è invertita neanche quando Lombardi ha cercato di precisare il suo pensiero e che, anzi, le è valsa un’ulteriore quota di biasimo.
Fico e Di Battista prendono le distanze
A rimanere quanto meno interdetti per l’uscita sono stati gli stessi vertici dei Cinquestelle, fra i quali due notabili di gran peso come Roberto Fico e Alessandro Di Battista hanno preso apertamente le distanze. E se Dibba, pur spiegando che «io non avrei usato quelle parole», ha cercato di minimizzare sostenendo che «so’ slogan… conoscendo Roberta credo che lei intendesse concentrarsi sul turismo e sulla migliore gestione dei flussi migratori», Fico ha invece spiegato chiaramente che «il volantino della Lombardi non lo condivido, perché secondo me è vero che deve esserci più turismo e più attività legate al turismo nei comuni stupendi che il Lazio ha, ma la situazione migranti non è assolutamente paragonabile o non si può mettere insieme al turismo».
Parisi: «Una stupidaggine. Così si uccide la politica»
La faccenda è stata cavalcata anche dalla sinistra e dal centrosinistra, che hanno parlato di «svolta a destra» della candidata grillina, di fatto però prestandosi al suo stesso gioco: dare vita all’ennesima strumentalizzazione propagandistica di questa campagna elettorale così tanto giocata sulla guerra delle parole – e purtroppo non solo di quelle – e così poco sulla serietà dei programmi e delle proposte politiche tout court. Un gioco al massacro al quale, invece, si è sottratto Stefano Parisi, che ha qualificato l’uscita della sua competitor alla regione Lazio esattamente per quello che è: «Lo slogan della Lombardi – ha sottolineato il candidato del centrodestra alla Regione – è una stupidaggine. Cosa c’entra il turismo con l’immigrazione? Che ci azzecca?». «Questi – ha ricordato Parisi – sono slogan che uccidono la politica e che servono per rincorrere Salvini. Serve invece la competenza. Questi si chiamano 5 stelle ma questa città l’hanno trasformata in una pensione».