Pamela, quella strana telefonata di Oseghale al quarto uomo: «La ragazza sta male»
Al vaglio degli inquirenti, sotto la lente che con attenzione da microscopio guarda alle ultime ore di vita di Pamela Mastropietro, poi brutalmente uccisa e barbaramente fatta a pezzi, c’è quel quarto uomo finito nell’indagine solo qualche giorno fa. E quanto testimoniato dal cassiere di un’attività commerciale della zona, secondo cui la ragazza era a fare la spesa con Innocent Oseghale appena poco prima di salire in quell’attico dove sarebbe stata uccisa, acquista un’importanza fondamentale per ricostruire, tassello dopo tassello, il mosaico di quanto ha preceduto e poi seguito il terribile delitto..
Omicidio di Pamela, quella strana telefonata di Oseghale
Secondo la testimonianza del cassiere, resa ai microfoni Mediaset e riportata in queste ore dal sito de il Giornale, il cassiere avrebbe visto Pamela «entrare al supermercato di via Spalato, a Macerata, con Innocent Oseghale. La ragazza insieme al 29enne è entrata nel locale con un trolley, ha fatto la spesa e poi insieme al nigeriano ha pagato regolarmente. Come dichiara il cassiere: «Sono entrati con il trolley, hanno fatto una spesa normalissima e sono venuti alle casse». E allora, se è ormai certo che questi siano stati gli attimi che hanno preceduto la furia omicida e il massacro della 18enne romana, va ancora capito a fondo e chiarito il ruolo avuto nella vicenda dal quarto nigeriano finito nell’inchiesta. «Una ragazza si è sentita male, cosa dobbiamo fare?»: questo sarebbe il contenuto della telefonata partita dalla mansarda degli orrori martedì e ricevuta da Anthony Anyanwu, il quarto nigeriano indagato per l’omicidio di Pamela Mastropietro. L’uomo, difeso dall’avvocato Paolo Cognini, è stato sentito nella caserma dei carabinieri fino alla notte scorsa (venerdì 16 febbraio ndr) e, a detta degli inquirenti, sebbene abbia riferito qualcosa in merito a quella terribile giornata, in realtà sembra non stia ancora davvero collaborando con le indagini. Il che alimenta subbi e sospetti sull’intera vicenda.
Il ruolo del quarto nigeriano finito nell’inchiesta
Dubbi e sospetti che finiscono per concentrarsi anche sul suo ruolo, fin qui considerato quasi marginale. del resto, come riportato da il Resto del Carlino, «a quanto sembra, il nigeriano sarebbe una specie di figura di riferimento per la comunità nigeriana, a cui gli immigrati in città si rivolgerebbero per risolvere problemi di varia natura. Anyanwu – rintracciato sempre grazie alle analisi sul cellulare di Innocent Oseghale, il primo fermato per l’omicidio – ai carabinieri ha detto di aver ricevuto quella chiamata, ma di non aver voluto interessarsi dei problemi dei suoi conoscenti con quella giovane. Poi però dopo un po’ sarebbe stato richiamato, e gli sarebbe stato detto che la ragazza si era ripresa ed era tutto a posto». tasselli mancanti, contraddizioni, omissioni, bugie e testimonianze: non sarà facile ricostruire il puzzle dell’inchiesta sull’efferato delitto. Quel che è certo sin d’ora, però, è che la vicenda è oscura almeno quanto inquietante, e che chi ha ucciso Pamela ha infierito selvaggiamente sul suo corpo: forse per cancellare le tracce di un rapporto sessuale, forse per occultare la violenza inferta per uccidere. Resta comunque il fatto che i segni di quel terribile massacro sono rimasti, e la competenza e l’impegno profusi nel caso dagli inquirenti, ha saputo trovarli e evidenziarne il tratto che ricondurrà, presto o tardi, a responsabilità e ruoli ben precisi.