Palermo, Ursino dimesso. Sei antagonisti portati in questura

21 Feb 2018 16:20 - di Redazione

Erano in sette gli aggressori di Massimiliano Ursino, il dirigente palermitano di Forza nuova legato, pestato e ferito alla testa nel capoluogo siciliano martedì sera intorno alle 19. Nel gruppo anche una donna, che ha filmato l’aggressione. Ursino è stato dimesso questa mattina dall’ospedale con una prognosi di venti giorni e ha raccontato che tutto si è svolto in pochi minuti. Non ha potuto vedere in faccia i responsabili dell’agguato perché come prima cosa hanno incappucciato la loro vittima.

La Digos visionando le telecamere presenti nella zona dell’aggressione ha individuato sei persone, tra cui due donne,  legate al mondo della sinistra antagonista, che sono al momento trattenute in questura. La Procura indaga per tentato omicidio. In mattinata sono stati anche perquisiti i locali dello studentato Malarazza di via Cavour. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati alcuni oggetti ritenuti “di interesse investigativo”: si tratta di telefonini, abiti e bastoni.

Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, ha confermato che sabato 24 sarà a Palermo per una manifestazione già fissata da giorni. Il clima in città è incandescente: i militanti di Forza Nuova osservano che finalmente si comincia  a capire che il pericolo non è il fascismo e quanto ai responsabili accusano: “Tutti sanno chi è stato, anche il sindaco Orlando”. Una frase che intende alludere alle complicità della giunta palermitana con gli antagonisti che gestiscono le occupazioni in città. Ancora, Forza Nuova asserisce di non volere il ritorno agli anni di piombo, obiettivo cui mira invece l’estrema sinistra.

Non è la prima volta che Ursino finisce nel mirino degli avversari politici: l’anno scorso c’era stato un tentativo di incendio contro il suo negozio di tatuaggi. E venendo a tempi più recenti due giorni fa un altro militante di Forza Nuova era stato minacciato da una decina di persone che lo attendevano sotto casa.

C’è anche un certo attivismo, da parte dei media, nel dipingere Ursino come un facinoroso razzista. A suo carico però esiste solo una condanna per un episodio che risale al 2006 e che coinvolse un gruppo di pakistani cui venne sottratta una borsa. All’epoca Ursino era solo un militante di Fn e non un dirigente. “Si tratta di un episodio di dieci anni fa – dicono i suoi amici – e la borsa non la prese lui ma uno che era con lui. In dieci anni le persone possono cambiare”. Ursino ha fatto riferimento all’episodio in un post su Fb: “Parlano della mia fedina penale? Precedenti di oltre dieci anni fa in cui la protezione di un militante contro l’attacco di un gruppo di extracomunitari mi valse una pesante pena detentiva dopo un processo che non riuscì a pervenire alla verità oggettiva dei fatti”.

Ursino aveva anche di recente partecipato alle “passeggiate per la sicurezza” organizzate da Forza Nuova sui bus a Palermo nel tratto che va dalla stazione centrale a piazza Politeama. Un’iniziativa nata per fronteggiare i crescenti episodi di microcriminalità.

 

 

 

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