Omicidio di Jessica, l’accusato: «Ho agito per un raptus, non voleva stare con me»

8 Feb 2018 11:59 - di Elsa Corsini

Sarebbe stato un raptus, un omicidio d’impeto dettato dal rifiuto della ragazza di avere un rapporto sessuale con lui. È questa la versione fornita al pm Cristina Roveda da Alessandro Garlaschi, il tranviere fermato con l’accusa di aver ucciso a coltellate Jessica Valentina Foaro, la 19enne trovata senza vita nella notte tra martedì e mercoledì nello stabile di via Brioschi 93, di proprietà di una cooperativa e abitato  da dipendenti dell’Atm, l’azienda di trasporti pubblici milanesi (dove la ragazza aveva “affittato” un letto da pochi giorni). Prima di essere uccisa – racconta sempre l’uomo interrogato fino a notte fonda–  «ha cercato di difendersi ma io “ho rigirato il coltello” che aveva in mano contro di lei e “l’ho colpita allo stomaco”». Garlaschi l’ha colpita con violenza, poi ha cercato di farla sparire mettendola in una sacca, forse condizionato dalle modalità della tragica fine di Pamela Mastropietro. Non ci è riuscito e, preso dal panico, ha chiamato la polizia, dopo aver detto al portinaio dello stabile: «Ho fatto un guaio enorme, ho una ragazza morta in casa». Secondo il provvedimento di fermo, dopo il primo colpo allo stomaco di Jessica Valentina, Garlaschi l’ha colpita poù volte al petto. Poi, si legge nell’atto, le ha dato fuoco alla parte inferiore del corpo nel tentativo di sbarazzarsi del cadavere della giovane. Gli agenti hanno cercato l’arma del delitto, rovistando nei cestini della spazzatura, ma al momento non risulta che sia stata trovata: forse era un coltello da cucina che l’uomo ha lavato e riposto in uno scaffale.

Jessica, il tranviere confessa parzialmente

Complesso il profilo del tranviere che la mattina, dopo aver accoltellato la giovane, ha chiamato l’azienda per dire che non sarebbe andato al lavoro. «Non salutava mai, era quasi ai limiti della maleducazione, ma non avrei mai pensato che potesse finire così», racconta un suo collega. Assunto nel 2003 dopo due anni di praticantato, è stato poi rimosso dall’azienda e riassunto dopo una causa. È sposato con V.E., che però la notte dell’omicidio ha dormito a casa della madre e sarebbe estranea alla vicenda (qualche anno fa Garlaschi aveva avuto una relazione con una collega che viveva nel suo stabile,  che però non aveva portato alla separazione). Il  39enne viene descritto da chi lo frequentava come «appassionato di acquari», «indebitato» e sempre alla ricerca di piccoli guadagni per integrare lo stipendio da conducente del tram 15. Difficoltà economiche testimoniate dai nomerosi annunci su Facebook nei quali vendeva oggetti di poco valore a poche decine di euro. L’ultimo annuncio è comparso poco dopo le 6 di meroledì, orario dell’approvazione degli amministratori della pagina: offerto un telo copriauto a 25 euro. Non sia sa se l’abbia postato prima o dopo aver accoltellato a morte Jessica e aver tentato di farne sparire il corpo in un borsone.

 

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