Navi Ong e centri profughi usati per le schiave del sesso: così agisce la mafia nigeriana

28 Feb 2018 14:56 - di Carlo Marini

Quando si parla di femminicidio si citano solo casi di italiani, di violenze domestiche tra familiari e conviventi.  Ma ciò che fa la mafia nigeriana alle donne, usate come schiave del sesso, passa sistematicamente sotto silenzio.

La mafia nigeriana portava le donne sui carri bestiame

Prendete l’operazione dei carabinieri di Genova, l’ultima in ordine di tempo. Avrete idea di come funziona il traffico della prostituzione. La banda di nigeriani “comprava” giovani ragazze nel Paese di origine, le faceva arrivare in Italia sui barconi dalla Libia, quegli stessi barconi soccorsi in tante occasioni dalle navi delle Ong e le metteva a “battere” sulle strade dopo un percorso studiato in ogni dettaglio. La gang, composta da sette trafficanti di donne, è stata smantellata dai carabinieri di Genova.

Mafia nigeriana, una realtà criminale sottovalutata

Le giovani donne venivano trattate letteralmente come bestie. Dovevano infatti affrontare lunghi  viaggi verso le coste libiche a bordo di camion per il trasporto di bestiame. Condizioni disumane e raccapriccianti. Durante l’odissea attraverso il deserto africano, che poteva durare anche alcuni mesi, veniva compiuta ogni tipo di sevizia. Le ragazze venivano picchiate e violentate, oltre ad essere costrette ad assistere alle feroci esecuzioni di chi si ribellava.

I centri di accoglienza profughi usati come punti di arrivo delle schiave

Come hanno riferito agli inquirenti, venivano ottoposte dalla banda di loro connazionali a violenze fisiche indicibili. Ma la cosa più clamorosa è che le schiave del sesso venivano dirottate dai centri di accoglienza alle strade. Infatti, giunte in Italia e accolte presso i C.A.R.A. (Centri di accoglienza richiedenti asilo), le donne venivano prelevate dai loro compratori o fatte prelevare. Quindi, arrivate a Torino e nell’hinterland, venivano segregate nelle abitazioni dei loro sfruttatori che le avviavano alla prostituzione, obbligandole, dietro minaccia di riti voodoo, a consegnare i proventi dell’attività sia per riscattare i documenti d’identità, sia per pagare l’affitto mensile della porzione di strada occupata per prostituirsi.

La tratta delle schiave del sesso

La tratta delle schiave del sesso

La precisazione sui Cara

Nella conferenza stampa dei carabinieri, è stato precisato che i Cara non hanno alcuna responsabilità nella tratta delle schiave. Per legge, i profughi (a differenza di altre nazioni come il Giappone) sono liberi di uscire ed entrare quando vogliono.

Commenti

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  • giampiero Mugelli 28 Febbraio 2018

    Chiudere immediatamente certi centri e aprire le case chiuse per levare la prostituzione dalle strade e per togliere dallo sfruttamento quelle donne costrette a prostituirsi meno soldi alle mafie più soldi allo stato