L’esorcista Truqui: «Nessun luogo immune al demonio, neanche il Vaticano»
Sempre più italiani si rivolgono all’esorcista. Le statistiche parlano di 500mila persone che ogni anno si rivolgono a sacerdoti capaci con le preghiere di liberare da eventuali presenze demoniache, ma Satana spesso non c’entra. Lo sottolinea padre Cesare Truqui, allievo di padre Amorth e autore del volume Professione esorcista (Piemme edizioni), scritto a quattro mani con Chiara Santomiero.
L’esorcista chiamato perfino per problemi di cuore
«In Italia – ha spiegato l’allievo di padre Amorth all’Adnkronos – una grandissima percentuale di persone, direi un 90%, si rivolgono all’esorcista per un aiuto spirituale perché nell’esorcista vedono lo stregone buono con poteri speciali. Problemi di famiglia, la perdita del lavoro, addirittura ragazze con problemi di cuore. Ma qui Satana non c’entra». L’imputato numero uno, ha chiarito padre Truqui, è senza dubbio la superstizione. «Anche tra i cattolici – ha osservato l’esorcista – c’è molta superstizione. Succede così che anche davanti a un male di famiglia si faccia ricorso all’esorcista. Mi è capitato anche di essere interpellato per problemi di cuore da una ragazza che chiedeva un esorcismo a distanza all’ex fidanzato che l’aveva lasciata, pensando fosse in preda ad un maleficio». «In casi come questo – ha chiarito Truqui – si ascolta, si cerca di dare comprensione umana, si fa lavoro psicologico, ma una cosa sono i problemi psicologici, altra faccenda le presenze demoniache».
L’imputata numero uno è la superstizione
Anche la crisi economica, la perdita del lavoro, ha spiegato ancora padre Truqui, portano le persone a lanciare il loro sos per un esorcismo. «Anche in questo caso – ha sottolineato – l’imputata numero uno è la superstizione e la deviazione dello spirito religioso». Professione esorcista è l’ultimo volume di padre Truqui uscito in questi giorni in libreria. Una professione non per tutti: «L’esorcista non è certo una professione popolare. È professione della misericordia, un ministero di accoglienza. Nell’immaginario collettivo è una sorta di mago buono che ha a che vedere col diavolo. La verità è che molti preti, intimoriti, non si sentono a proprio agio e tante volte dopo avere preso parte a un esorcismo si tirano indietro pensando, cosa assolutamente non veritiera, che il demonio si possa attaccare a chi pratica l’esorcismo. L’esorcista e chi lo accompagna è in una situazione di potere e nel nome di Dio è protetto». I casi di demoniache presenze non sono dunque così tanti, ma il diavolo è sempre in agguato. «Non ci sono luoghi immuni. Nemmeno il Vaticano lo è: dove c’è l’essere umano, Satana arriva», ha avvertito l’allievo di padre Gabriele Amorth.