Gli agricoltori: la Turchia sta invadendo l’Europa con cibi pericolosi
“La Turchia invade l’Unione Europea con cibi pericolosi e si classifica al primo posto, addirittura davanti alla Cina, per allarmi alimentari fatti scattare nella Ue, dai peperoni con pesticidi oltre i limiti ai fichi secchi con eccesso di aflatossine cancerogene, come pure le nocciole e i pistacchi”. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della visita del premier Recep Tayyip Erdogan sulla base delle rilevazioni dell’ultimo rapporto Sistema di allerta rapido europeo, che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea. “Sono 2.925 – sottolinea la Coldiretti – gli allarmi scattati nell’Unione Europea con la Turchia che è il Paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi (276), seguita dalla Cina (256) e dall’India (194) e dagli Stati Uniti (176). Una situazione che evidenzia chiaramente la distanza dagli standard di sicurezza alimentare dell’Unione Europea con evidenti rischi per la salute dei consumatori dall’intensificarsi degli scambi commerciali in assenza di adeguati controlli”, prosegue la nota. “Si tratta di un Paese con un fiorente scambio commerciale con l’Italia che – conclude la Coldiretti – riguarda anche i prodotti più a rischio con l’importazione nel 2017 di quasi un milione di chili di pistacchi e altrettanti fichi secchi, ma soprattutto di 21 milioni di chili di nocciole, con un aumento del 5%”. Anche Confagricoltura guarda con preoccupazione a un eventuale ingresso della Turchia in Unione europea, anche se si tratta di una possibilità lontana allo stato attuale visto che il negoziato, per ora, è fermo. In ogni caso “noi siamo molto preoccupati” afferma il presidente Massimiliano Giansanti. “La Turchia è uno dei Paesi più importanti fra quelli che si affacciano sul Mediterraneo, ed è cresciuta molto dal punto di vista dell’agricoltura -aggiunge – Tra l’altro, sta facendo una forte concorrenza ad alcune eccellenze italiane in particolare sulle nocciole e la pasta”. I Turchi infatti, sono grandi produttori di nocciole e di grano duro che trasformano in pasta. “Oggi la pasta è conosciuta in tutto il mondo per il prodotto italiano – spiega Giansanti – e paradossalmente la concorrenza più sfrenata proviene dal mercato turco. Quindi, un eventuale ingresso dei turchi nel mercato europeo deve tener presente delle specificità alimentari già presenti nel mercato comunitario. Inoltre, la storia recente ci insegna che nel momento in cui abbiamo allargato ai Paesi dell’Est i contributi della Politica agricola comunitaria, che prima dividevamo in 15, oggi li dividiamo in 28, l’anno prossimo li divideremo in 27. Ma questo deve farci riflettere: la pressione del mercato turco rischierebbe di essere devastante per il mercato italiano ed europeo più in generale”.