E l’economista di sinistra celebrò il dittatore Kim come “grande politico”…

16 Feb 2018 17:39 - di Guglielmo Gatti

“L’apertura alla Corea del Sud manifestata da Kim Jong-Un nel corso delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang rivela una strategia da grande politico”. Lo dice a Labitalia Loretta Napoleoni, economista ed autrice del libro Kim Jong-Un il nemico necessario, appena uscito per i tipi della Rizzoli. Loretta Napoleoni collabora con l’Unità, Internazionale, il Venerdì di Repubblica e nel 2010 voleva correre come candidata presiente della Regione Lazio contro Renata Polverini, candidatura poi non formalizzatasi. “Dopo che nel corso del 2017 – ricorda la Napoleoni – Kim Jong-Un ha terrorizzato il mondo con la minaccia nucleare, ecco che sfila sotto la stessa bandiera di un’unica Corea e manda la sorella (che ricordiamo è come lui, è cioè discendente della dinastia di sangue dei Kim) a fare da ambasciatrice di pace”. Un’apertura che potrebbe portare, ipotizza Napoleoni, “non certo a una riunificazione delle due Coree, cosa che sarebbe impedita anche dalla Cina, ma ad un trattato di pace con la Corea del Sud e soprattutto all’apertura di un mercato, di scambi commerciali fiorenti”. Insomma “non un’unione politica, ma un’unione economica, che per Kim sarebbe l’obiettivo migliore da raggiungere perché non metterebbe a rischio il suo regime”. Indubbiamente con le Olimpiadi di Pyeongchang, “l’immagine della Corea e dello stesso Kim è cambiata profondamente e credo che questo cambiamento stupefacente sia stato pensato e preparato con cura”, conclude Napoleoni. Gli intellettuali di sinistra italiani insomma non perdono occasione di accusare Trump e Putin di autoritarsimo, e poi “assolvono” Kim. Loro almeno sono stati eletti…

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