Delitto di Trani, fu scambiato per un boss e ucciso in pescheria: un arresto

13 Feb 2018 12:59 - di Redazione

Un delitto maturato in ambito mafioso, e eseguito… per sbaglio. L’obiettivo era il boss ma per uno scambio di persona venne ucciso un altro uomo che lavorava nella pescheria di cui il primo era co-gestore: questa la sorte toccata all’alba del 3 luglio del 2016 a Francesco Di Leo, 41 anni, eliminato a colpi d’arma da fuoco in piazza Marina, a Trani.

Trani, omicidio in pescheria: la vittima scambiato per un boss

Queste le conclusioni a cui sono giunte le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Barletta che hanno arrestato a Trani, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, Antonio Rizzi, di origini barlettane, ma da anni residente nella cittadina pugliese, elemento di spicco della criminalità locale. L’uomo è ritenuto responsabile di omicidio premeditato, in concorso. Il fatto di sangue avvenne nella rivendita di prodotti ittici di Salvatore Lattanzio co-gestita con il pluripregiudicato barlettano Ruggiero Lattanzio, detto “Rino non lo so”. A Rizzi è contestata anche la detenzione ed il porto illegale di un fucile e di una pistola calibro 7,65 con i quali avrebbe commesso il delitto, oltre alla ricettazione dell’auto utilizzata, risultata rubata. La misura restrittiva è stata disposta dal gip del Tribunale di Bari Annalisa Susca, su richiesta del sostituto procuratore della Procura presso la Direzione Distrettuale Antimafia Giuseppe Maralfa.

Delitto di Trani, ecco chi era la vittima

La vittima era nativa di Canosa di Puglia, ma era residente a San Ferdinando di Puglia. Ricoverato in ospedale, Di Leo morì qualche ora dopo l’agguato. Aveva piccoli precedenti penali e svolgeva l’attività di venditore di mitili. Gli investigatori intuirono subito che il reale obiettivo dell’azione di fuoco fosse Ruggiero Lattanzio, benché quest’ultimo non si trovasse nella pescheria al momento del fatto. La visione dei filmati del sistema di videosorveglianza ha consentito di notare come il killer fosse sopraggiunto davanti alla rivendita di prodotti ittici a bordo di una Fiat Punto grigia, con alla guida un’altra persona non identificata. Dal lato passeggero scese un individuo alto e corpulento, a volto coperto e armato di fucile, che si diresse in un primo momento verso la rivendita di ghiaccio adiacente al locale di Lattanzio. L’uomo, evidentemente richiamato dal conducente del mezzo, cambiò repentinamente obiettivo dirigendosi verso la rivendita di prodotti ittici. Mentre percorreva la brevissima distanza tra i due locali, si avvide che il fucile si era inceppato e, tornato verso la vettura, prese dal suo complice una pistola. Quindi tenendo nella mano sinistra il fucile e nella destra la pistola, si avvicinò alla porta d’ingresso della pescheria e, senza sincerarsi dell’identità del suo obiettivo, esplose in sequenza cinque colpi di pistola ad altezza d’uomo, tre dei quali raggiunsero Di Leo. Al termine dell’azione l’aggressore risalì in auto, allontanandosi con il suo complice.

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